L’importanza di Guidaccio da Imola

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Antonio Checchi, detto Guidaccio da Imola, nacque verosimilmente in città tra il 1425 e il 1430. La prima menzione di Antonio nei documenti imolesi risale al 4 dicembre 1463; e negli anni seguenti venne menzionato come ’Antonius Pictor alias Guidaccius filius Johannis Checchi de Imola’.

La prima opera attribuita ad Antonio è un polittico con la Madonna, il Bambino e i Santissimi Pietro, Paolo, Giacomo e Francesco nella chiesa della Santissima Trinità di Forlì, di cui oggi resta solo il pannello con San Francesco. Il dipinto dovrebbe datarsi agli anni Sessanta del ‘400, in bilico tra il retaggio tardogotico della tradizione imolese e il nuovo lessico spaziale e plastico diffuso a Bologna. Una sua opera era custodita a Cesena nella chiesa di San Domenico, ’Santa Caterina da Siena con le stigmate d’oro’, dipinta nel 1465.

Guidaccio era presente a Imola nel 1472, data dell’affresco con la Madonna pacificatrice nella chiesa dell’Osservanza. La data è attestata da una scritta, che ricorda anche il committente, Montecchio da Porzeno, capo delle milizie milanesi giunte in soccorso del signore di Imola, Taddeo Manfredi, spodestato dal figlio. A Lugo, nell’antica chiesa di San Ilaro dei carmelitani, Guidaccio eseguì nel 1481 una tavola con la Madonna col Bambino, che era firmata e datata, come attesta una scritta settecentesca sul retro ’Antonio Guiducci pittore 1481 a dì V Ap(ri)le’. Nel 1498 figura tra gli Anziani della città di Imola; nel 1500 presenziò al capitolo della Società di Santa Maria nella chiesa dei frati carmelitani e nel 1508 scrisse il proprio testamento. Tra le altre opere a lui attribuite ricordiamo anche un affresco frammentario con l’Annunciazione e due angeli, due sportelli con Angeli ed una Madonna col Bambino. Passò a miglior vita nel 1510. Guidaccio rappresenta sicuramente uno tra i pittori rinascimentali più importanti dell’area romagnola ed in particolar modo della città di Imola.

A cura di Andrea Podestà