
Folla per il funerale dello storico pasticciere, morto tre anni dopo il fratello. Il ricordo dei parroci di Toscanella: "Tutte le mattine passavamo da lui".
"Quando passavo da lui – Parla Don Natale –, non mancava mai di chiamarmi in laboratorio per consegnarmi una delle sue dolci e incredibili creazioni". E poi: "Anche io – dice Dan Marco Renzi –, da giovane seminarista ogni mattina ero al bar per fare colazione". Due storie, due parroci, ma praticamente lo stesso ricordo nel giorno dell’ultimo saluto a Livio Berti, storico pasticciere di Toscanella, scomparso qualche giorno fa a 77 anni. Una vita intrecciata alla comunità la sua, come quelladel fratello Tonino, che manca ormai da tre anni. Decine di persone erano presenti ieri per dare l’ultimo saluto a uno dei maestri della dolcezza del nostro territorio. Tanti a cui si sono aggiunti quelli del parroco di un tempo (don Natale, dal ’90 al ’95) e quello attuale, per entrambi Berti resta un nome indimenticabile. Maestri dell’accoglienza, e non è un caso che dal Vangelo si legga proprio il passaggio delle Nozze di Cana. "Livio e suo fratello Tonino – prosegue Don Natale –, avevano , proprio come Maria, la madre di Gesù, che segnalò che il vino era terminato (e poi arrivò il miracolo, ndr), il talento, la capacità di organizzare, una festa, di accogliere tutti". E nella chiesa gremita chissà quanti erano, oltre ai parenti, i clienti della particceria Berti, grande intuizione imprenditoriale che nel settembre del 1970 diede forma al celebre ritrovo affacciato lungo la via Emilia rilevato con i fratelli Antonio e Luigi. Un saluto sereno quello per Livio: "Ora ritroverà la sua famiglia – aggiunge Don Natale –, perché lì, dove non ci sono più i limiti dell’uomo ritroverà i suoi genitori oltre al caro fratello Tonino".
Grande merito quello dei Berti "di aver creato, grazie alla passione, un clima di dialogo e fraternità". Con "quell’occhio attento al bene e al benessere", tanto per citare alcune delle parole di Don Natale, Livio e famiglia erano stati capaci di creare un favoloso punto di ritrovo adatto a tutti, dalla gente comune ai grandi campioni del ciclismo. Tante storie intrecciate e persone da raccontare, proprio come quelle che si sono ritrovate ieri in quella chiesa per dare l’ultimo saluto.
Gabriele Tassi