2009-12-03
— BOLOGNA —
GUASCONE. Viveur. Gentleman. Playboy. Giocatore. Amico dei Ferruzzi, di Gardini, e di Gino Paoli e Fred Bongusto e delle loro serate nei locali. Goliardo. Esibizionista. Gaudente. Nottambulo. Generoso. Fumatore da 100 sigarette. Innamorato della sfida, della scommessa, con una comitiva a un tavolo del Diana o della Capannina, o a 200 all’ora su una Maserati 250F. Come quando ingaggiava un duello notturno a marcia indietro da Bologna a Modena, o metteva i brividi a Luca Goldoni, un altro amico, salendo a tutta con lui verso Cortina, E, naturalmente, come gli sportivi, era superstizioso, al punto da volere che le sue macchine avessero sempre numeri di corsa con il 7. Comunicativo, anche, ma capace di rendersi terribilmente antipatico. E inquieto, ossessionato dal passare del tempo e dalla paura che, in un attimo, la morte potesse superarlo, e sconfiggerlo.
O CESARE O NESSUNO, il libro di Maurizio Messori che racconta Cesare Perdisa, l’asso bolognese dell’automobilismo morto nel 1998, a 66 anni, figlio del professor Luigi, preside della nostra facoltà di Agraria e creatore (1935) della Calderini-Edagricole, è un omaggio alla ‘dolce vita’ dei motori’, tra l’Emilia e la Romagna (Cesare è sepolto a Godo, terra delle sue origini). Spiega l’autore, un medico veterinario che coltiva anche la passione per l’arte: «Ho scritto libri sui motociclisti Tarquinio Provini e Umberto Masetti, su Alfonso de Portago, protagonista, con la strage di pubblico causata dall’uscita di strada della sua Ferrari, dell’ultima Mille Miglia agonistica, nel ’57. Adesso — aggiunge — preparo una biografia di Nuvolari, uomini autentici, che seducevano il pubblico, niente a che vedere con i piloti elettronici di oggi. Perdisa non l’ho mai conosciuto, ma mi ha affascinato per questo».
MESSORI ha sfogliato carte e giornali, ha ricostruito i rapporti di Perdisa con Ferrari e con gli altri piloti, moltiplicando i colloqui con Alberto, il figlio di Cesare, sotto la cui sigla, Alberto Perdisa Editore, esce il volume illustrato che oggi alle 18 si presenta nella libreria Green Farm, di via Zamboni 18; e un’altra presentazione ci sarà il 20 dicembre, alle 16,30, al Golf Club dei Giardini Margherita. Così, le 350 pagine si snodano sì lungo i circuiti e le strade su cui Cesare sfrecciò, come una meteora, dal ’55 al ’57, dopo la morte del grande amico Eugenio Castellotti, avvenuta nel marzo di quell’anno durante le prove con la Ferrari all’aeroautodromo di Modena, ma nel racconto-romanzo di Messori non ci sono solo il Nurburgring, Monza, la Mille Miglia, la Temporada Argentina. C’è una generazione bella e ricca — i viaggi in piroscafo, come star del cinema, di Cesare con Musso e Castellotti, il bacio della fama e delle donne, le facce un po’ stravolte con cui si presentavano al via, come niente fosse, dopo aver tirato mattina. E c’è l’eco di una dynasty, i Perdisa, con sullo sfondo il professore, padre severo e amatissimo. In una pagina del libro (che riecheggia, nel titolo, il motto di Cesare Borgia: ‘O Cesare, o nulla’), Perdisa junior ricorda, del genitore, il senso totale della verità, della schiettezza a ogni costo Non so se è una lezione. Ma certo i guasconi alla D’Artagnan erano fatti così.
c. su.