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di BENEDETTA CUCCI
IL FUTURE FILM Festival come abbiamo anticipato qualche giorno fa, è a rischio estinzione e c’è chi scende in campo mettendo a disposizione la sua arte per sensibilizzare la città e le sue istituzioni. Si tratta del fumettista Giuseppe Palumbo che, arrivato a conoscenza dei problemi finanziari che minacciano il festival dedicato all’animazione e alle nuove tecnologie, mettendone in serio pericolo la tredicesima edizione, ha disegnato una storia, dando vita al supereroe precario KFlex, proprio per Giulietta Fara e Oscar Cosulich, i direttori artistici del FFF.
La storia per il momento è stata realizzata per il nostro giornale, ma dovrebbe diventare uno strumento di comunicazione, una tavola pronta a surfare sui grandi fronti della comunicazione cartacea e 2.0.
Palumbo, come nasce questa collaborazione attiva con il Future Film Festival?
«E’ stata per me una sopresa, certamente, perché come la maggior parte delle persone sono abituato ad avere il Future Film Festival tutti gli anni a fine gennaio e non mi aspettavo che ci fossero problemi così seri. I retroscena non li sanno in molti e vista la pluriennale amicizia con Oscar e quella più recente con Giulietta, alla fine hanno deciso di contattarmi. Forse non volevano disturbare perché mi hanno chiesto di scrivere qualcosa, ma io ho creduto fosse più che normale scendere in campo con quel che so fare meglio per realizzare un messaggio forte che spero arrivi a più persone possibili perché non è giusto che Bologna perda questa manifestazione così importante e di respiro nazionale. Pensiamo solo a tutti i film importanti che hanno presentato prima qui che in altre parti d’Italia, come Il Signore degli Anelli, o al lavoro fatto sulle nuove tecnologie per il cinema. Il loro lavoro, soprattutto in questa regione dove in tanti si occupano di immagine e di animazione, è preziosissimo».
Per parlare alla città e a chi come lei ama questo festival ha creato un nuovo supereroe. Ce lo racconta?
«Vorrei stimolare e far riflettere attraverso le righe. E come al solito mi ritrovo a creare un supereroe, non posso proprio farne a meno, come già avevo fatto con Ramarro che uscì nell’86 su Frigidaire, in piena Guerra Fredda. Lui era l’eroe masochista, questo invece è l’eroe precario perché adesso la precarietà è la metafora forte attraverso cui leggere il mondo. E Flex è proprio il supereroe che si deve adattare a tutte le situazioni possibili e che sviluppa poteri proprio in funzione della missione che ha tra le mani. In questo caso accetta di iniziare le indagini senza contratto, su richiesta di Gloria Bologna, una figura femminile che rappresenta appunto la nostra città e che si rivolge a lui perché non sa dove sia finito il festival. ‘Ho cominciato a trascurarlo da qualche anno’ dice ‘ora è sparito… l’ho perso’. E’ quindi una storia d’amore tra la città e il festival».
Poi c’è un personaggio che si chiama Eugenio e che cerca di consolare Gloria Bologna dicendole ‘vedrai…ne avrai altri di festival’. Chi è?
«Lui è la politica miope degli interessi privati, quella peggiore, è un atteggiamento. Non ha colori politici in questo caso, è da una parte e dall’altra. Me la prendo con tutti quelli che vogliono una città spenta, come è Bologna in questo momento».
Come la vorrebbe?
«Che non fosse tutto l’anno agosto».
Nella foto, la tavola di Giuseppe Palumbo che pubblichiamo in anteprima. nel tondo, l’assessore Massimo Mezzetti