2010-09-11
di GILBERTO DONDI
UNA VENTINA di condomini sono sul piede di guerra contro l’ex amministratrice, cui hanno revocato l’incarico e che si apprestano a denunciare, accusandola di appropriazione indebita, truffa e falso. A Vergato, paese appenninico teatro della vicenda, da giorni non si parla d’altro. Lunedì piazze e strade sono state tappezzate di volantini in cui si citava l’amministratrice (e una banca) e si invitava chiunque avesse avuto problemi a inviare una mail a un indirizzo internet.
L’INTERESSATA si chiama Paola Pani, 52 anni, ex insegnante (in passato aveva una scuola privata, oggi dà lezioni private): da nove anni amministra condomini e ha avuto un tale successo da raggiungere quota cento nel portafoglio clienti. Poi, un anno fa, sono iniziate le prime grane. «Ora gestisco 40 condomini — dice —, contro di me c’è un complotto. Sono molto provata. Mi hanno minacciata di morte e aggredita in ufficio, ho già sporto tre denunce ai carabinieri. Forse ho commesso qualche errore, per cui ho pagato e pagherò rifondendo il dovuto, ma non sono una truffatrice. Sono onesta, ho sempre fatto del bene».
Gli animi, a Vergato, sono molto accessi. C’è un clima di grande tensione. Ma, è bene dirlo con chiarezza, chi ritiene di aver subito torti deve rivolgersi alle autorità preposte e non certo farsi giustizia da sè. Una ventina di condomini, appunto, si è rivolta alla Procura, che sta già indagando con la finanza. Tramite l’avvocato Davide Bicocchi, hanno presentato la prima denuncia a luglio e ne presenteranno un’altra a breve, ipotizzando a carico di Paola Pani tre reati: appropriazione indebita, perché mancherebbero all’appello circa 70-80mila euro; truffa, perché alcuni verbali di assemblee condominiali sarebbero stati contraffatti aggiungendo l’autorizzazione (mai data, in realtà) ad aprire fidi in banca; il falso, proprio in virtù della presunta falsificazione dei verbali. Le (presunte) irregolarità sono venute a galla proprio perché la banca ha contattato alcuni condomini chiedendo di saldare il conto dei fidi. I residenti sono caduti dalle nuvole, perché non ne sapevano nulla. Gli importi singoli non sono enormi, si va dai 3 agli 8mila euro. Però la cifra cresce se si moltiplica per il numero dei condomini. Secondo le accuse, la Pani avrebbe acceso i fidi esibendo in banca fotocopie dei verbali in cui aveva aggiunto l’autorizzazione fasulla. Poi si sarebbe intascata i soldi. Non solo: non avrebbe pagato bollette e fornitori. Che ora bussano alla porta. Altri condomini sarebbero nella stessa situazione dei primi venti (la cifra potrebbe salire, e di molto). Qualcuno punta il dito anche contro la banca per i fidi concessi.
FIN QUI le accuse. Ma Paola Pani non ci sta e si difende: «Avevo tanti condomini da gestire e c’era il mio personale, non potevo controllare tutto. Il mio più grande errore è stato di anticipare di tasca mia i soldi che gli inquilini morosi non pagavano. Per evitare che Hera o Enel tagliassero le utenze a tutto il palazzo, anticipavo io la parte che mancava. Via via il debito si è ingrandito e la situazione mi è sfuggita di mano. Poi mi hanno revocato gli incarichi, senza regolari assemblee, e non ho più potuto far fronte alla situazione. Verbali falsificati? Lo dirà la magistratura. L’autorizzazione ai fidi era in verbali firmati da tutti. Inoltre — chiude — c’era un problema all’interno del mio studio, stiamo raccogliendo materiale per i carabinieri. Contro di me c’è un complotto, diverse persone sono coinvolte, ho le prove».