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— DOZZA —
PER DODICI anni è stata un continuo cantiere, con gli operai al lavoro da un lato mentre i visitatori ne esploravano le antiche sale dall’altro. Ora però i lavori di restauro della Rocca di Dozza sono giunti al termine e domenica alle 16 l’antica fortezza sarà celebrata nell’ambito della ‘Giornata del patrimonio’ con una serie speciale di appuntamenti: un video illustrativo, una conferenza di presentazione al pubblico e una visita guidata. «Abbiamo preso la difficile decisione di non chiudere mai la Rocca al pubblico nonostante i lavori — spiega il sindaco Antonio Borghi —, pur consapevoli dei disagi e dell’allungamento dei tempi del cantiere. Abbiamo agito così, però, per non far precipitare il monumento nell’oblio. Infatti ci sono circa 20mila visitatori paganti all’anno, con una flessione delle scolaresche».
NEGLI anni i lavori di restauro e consolidamento della Rocca hanno beneficiato di una serie di finanziamenti messi a disposizione dalla Regione, Provincia, Istituto dei beni culturali e Fondazione Cassa di risparmio di Imola. Solo il Comune e la Regione hanno investito nel cantiere 2,3 milioni di euro (1,2 l’amministrazione dozzese), più altri 450mila sono arrivati da soggetti vari come la Fondazione, con una quota di 150mila euro. «Il nostro intervento vuole essere un innesco di opportunità — commenta il presidente della Fondazione, Sergio Santi —, nell’ambito di un sostegno all’arte, alla cultura e alla promozione del territorio». I lavori che hanno interessato «un antico punto di dominio che si è trasformato in attrazione», come lo definisce Angelo Varni, presidente della Fondazione Dozza città d’arte, hanno agito su più livelli. «L’obiettivo che abbiamo perseguito — spiega Dervis Nanni, responsabile del restauro — non era solo un recupero fisico del monumento, ma creare uno spazio in cui la storia e la contemporaneità possano coestistere, anche con l’esposizione degli strappi del Muro dipinto e della collezione Arcangeli». Il progetto di restauro, datato 1987, ha visto un primo intervento all’enoteca all’inizio degli anni ’90. I sette lotti funzionali degli ultimi lavori sono partiti però nel 1998. Nel corso di questi dodici anni sono stati consolidati i bastioni, i solai e le volte d’ingresso; recuperati il ponte e il mastio; adibiti gli spazi all’uso pubblico della Rocca (norme antincendio e uscite d’emergenza) e portate alla luce aree nuove, come la cisterna, alcuni decori e un portale medievale. «La Rocca venne realizzata nel XIII secolo come fortezza — continua Nanni — e vocata quindi alla difesa. Poi con i conti Campeggi si trasformò in residenza e nel Rinascimento, con i Malpezzi, la sua conformazione è cambiata ancora».
PER illustrare ai visitatori questi mutamenti «sono stati organizzati tre percorsi di visita distinti per colore — spiega Patrizia Grandi, responsabile del Museo della Rocca —. All’ingresso ci sono pannelli informativi e un video, mentre nelle sale 15 leggii con schede e approfondimenti. I quadri e gli arredi della Rocca sono stati parte integrante nel lavoro di ricostruzione della storia del monumento». La visita di domenica sarà gratuita per tutti i cittadini di Dozza, mentre per il pubblico il biglietto d’ingresso è di 5 euro.
Cristina Degliesposti