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CON quella roba lì — dice chi sa di chimica — di sicuro si resta stupefatti. Per almeno sei sette ore la musica plana sull’udito ‘nudo’ e dilatato; gli altri sensi sono fuori gioco. Quella roba lì è senza dubbio stupefacente. Chi se la fa, va veramente ‘fuori’. Si chiama metilendiossianfetamina. Ma questo solo per i prof di chimica. Per gli ‘amici’ è ‘Mdma’; O meglio: ‘polverina magica’. È un allucinogeno. Tipo ecstasy. Ma più duttile delle pasticche. Perché questa droga viene spacciata in cristalli, schiacciata e poi assunta preferibilmente diluita in bicchieri colmi di coca (cola) e rum.

SI COMPRA su ordinazione. E bisogna beccare il ‘distributore’ giusto. Che l’altra sera a Forlì ha il volto di un 27enne commesso incensurato ma non insospettabile di Imola (A. G.: pubblichiamo le iniziali per via della sua incensuratezza). Il ragazzo — arrestato l’altra notte in piazza Saffi — si trova ora all’interno di una cella del carcere della Rocca: il giudice Giovanni Trerè (pm Filippo Santangelo), dopo l’interrogatorio, l’ha lasciato dentro.

E QUESTO per via del suo totale atteggiamento di chiusura: il giovane, trovato con 11 grammi di droga in cristalli, s’è rifiutato di rispondere ad ogni domanda.
Fuori verbale però qualche ammissione l’ha fatta. In caserma, di fronte ai carabinieri del nucleo oerativo radiomobile diretti dal tenente Cristiano Marella), il giovane avrebbe detto che doveva spacciare quella roba a Forlì, in una festa. A casa sua i militari hanno trovato un bilancino di precisione e due grammi di marijuana. Con lui c’erano due amici di Bologna: uno è stato segnalato alla prefettura come assuntore per un grammo di hashish.
Maurizio Burnacci