2010-10-31
di MIRKO MELANDRI
EMOZIONI forti e adrenalina alle stelle. Ma senza rischiare, in massima sicurezza. E con un intento benefico che dà un senso ancora più compiuto a unesperienza da ricordare. Con un filo conduttore colorato di rosso: la passione per la Ferrari. E un coro di voci unanime quello degli appassionati accorsi allautodromo Enzo e Dino Ferrari per lHappening della solidarietà. Molti di loro hanno versato 100 euro e hanno potuto girare sulla pista, a bordo di una Ferrari guidata da un pilota professionista. Occasione unica.
Claudio Ferrareis arriva addirittura da Milano e racconta appena sceso dallauto: «Mia suocera, che è di Bologna, ha saputo dellevento leggendo il Carlino e mi ha regalato il giro sulla Ferrari.
Le sensazioni? In un primo momento di paralisi e poi un crescendo di emozioni sia nella fase di accelerazione ma soprattutto in frenata. Il pilota non si è limitato e ha dimostrato tutta la sua professionalità. Mi fa piacere poi dare un contributo in beneficenza anche perché, per lavoro, sono in contatto con due ospedali e vedo che sono tanti gli eventi organizzati non a scopo di lucro».
FABIO Lazzarin di Castel Guelfo e Maurizio Negrini di Bologna si sono ritrovati per condividere levento motoristico. Anche loro sono saliti sui bolidi rossi: «Conosciamo il pilota Claudio Turrini e, leggendo la sua intervista sul Carlino, siamo accorsi allautodromo perché è bello riabbracciare gli amici e provare anche lemozione di salire su una Ferrari oltre al piacere di fare beneficenza». Negrini scende poi nel dettaglio: «Ciò che non si immagina quando si è in pista è la fase di frenata. Si è proiettati in una curva a velocità molto alta e poi si decelera in pochissimi metri con una notevole sollecitazione sul corpo». Leonardo Spagnoli da Bologna non sta nella pelle dopo i due giri di pista a super velocità: «E una sensazione fantastica e faccio fatica a trovare le parole per dire cosa si prova andando con questi bolidi. In più, da bolognese apprezzo che i soldi servano per mettere a posto la basilica di Santo Stefano».
DA SAN Giorgio di Piano arriva Mauro Magli, scende dallauto ed è ancora scosso dalladrenalina: «Alla prima frenata ho pensato che potessimo sbandare e invece eravamo ancora incollati al terreno pronti ad affrontare la curva. E sempre con la sensazione di sicurezza. Per rilanciare il circuito bisognerebbe organizzare più eventi come le corse monomarca o altre ancora. La tradizione di questo tracciato va mantenuta». Anche la romagnola Nicoletta Crepaldi è di Cervia si ricorderà di questa giornata e della corsa in Ferrari: «Certamente, perché è proprio una bella esperienza. Si va veloce ma in sicurezza. Mi ha colpito, in particolare, la capacità del pilota nel fare la curva frenando senza strattoni». Da Bologna viene Fabio Giatti: «E andata bene. E stato molto emozionante, chiaramente diverso rispetto a quello che si può immaginare guardando la televisione. E pensare che il pilota ha detto che ha guidato solo al 60%. La sicurezza cè però bisogna essere bravi professionisti. Sono 100 euro spesi bene per unesperienza indimenticabile e un contributo alla beneficenza».
ANDREA Bentivogli e Cosetta Barbi abitano a Fiorentina di Medicina. Solo uno di loro ha provato lebbrezza della velocità. «Mi sarebbe piaciuto dice Andrea fare più di due giri ma comunque va bene così. Sono venuto per la passione per la Ferrari e per la beneficenza. Mi ha impressionato la tranquillità del pilota che lha trasmessa anche a me». «Io non ho fatto il giro ribatte la moglie perché ho un po paura». Non tutti hanno girato sul tracciato imolese. Tra questi Rocco Tampieri di Lugo è venuto a curiosare: «Ho la passione per le moto e le auto. Sapevo che le Ferrari avrebbero girato e sono venuto a vedere». Fabrizio Burgagni e Filippo Sangiorgi sono dei fan sfegatati della Rossa: «Siamo qua perché è pieno di Ferrari. Non facciamo il giro, ma abbiamo comprato un biglietto della lotteria per dare un contributo alla beneficenza». Alejandro Martinez è originario della Colombia ma abita a Imola da sette anni: «Io non partecipo ma tifo per il mio amico. Sono un tifoso ferrarista, in particolare dopo che Montoya ha lasciato la Formula 1».
di MIRKO MELANDRI
EMOZIONI forti e adrenalina alle stelle. Ma senza rischiare, in massima sicurezza. E con un intento benefico che dà un senso ancora più compiuto a unesperienza da ricordare. Con un filo conduttore colorato di rosso: la passione per la Ferrari. E un coro di voci unanime quello degli appassionati accorsi allautodromo Enzo e Dino Ferrari per lHappening della solidarietà. Molti di loro hanno versato 100 euro e hanno potuto girare sulla pista, a bordo di una Ferrari guidata da un pilota professionista. Occasione unica.
Claudio Ferrareis arriva addirittura da Milano e racconta appena sceso dallauto: «Mia suocera, che è di Bologna, ha saputo dellevento leggendo il Carlino e mi ha regalato il giro sulla Ferrari.
Le sensazioni? In un primo momento di paralisi e poi un crescendo di emozioni sia nella fase di accelerazione ma soprattutto in frenata. Il pilota non si è limitato e ha dimostrato tutta la sua professionalità. Mi fa piacere poi dare un contributo in beneficenza anche perché, per lavoro, sono in contatto con due ospedali e vedo che sono tanti gli eventi organizzati non a scopo di lucro».
FABIO Lazzarin di Castel Guelfo e Maurizio Negrini di Bologna si sono ritrovati per condividere levento motoristico. Anche loro sono saliti sui bolidi rossi: «Conosciamo il pilota Claudio Turrini e, leggendo la sua intervista sul Carlino, siamo accorsi allautodromo perché è bello riabbracciare gli amici e provare anche lemozione di salire su una Ferrari oltre al piacere di fare beneficenza». Negrini scende poi nel dettaglio: «Ciò che non si immagina quando si è in pista è la fase di frenata. Si è proiettati in una curva a velocità molto alta e poi si decelera in pochissimi metri con una notevole sollecitazione sul corpo». Leonardo Spagnoli da Bologna non sta nella pelle dopo i due giri di pista a super velocità: «E una sensazione fantastica e faccio fatica a trovare le parole per dire cosa si prova andando con questi bolidi. In più, da bolognese apprezzo che i soldi servano per mettere a posto la basilica di Santo Stefano».
DA SAN Giorgio di Piano arriva Mauro Magli, scende dallauto ed è ancora scosso dalladrenalina: «Alla prima frenata ho pensato che potessimo sbandare e invece eravamo ancora incollati al terreno pronti ad affrontare la curva. E sempre con la sensazione di sicurezza. Per rilanciare il circuito bisognerebbe organizzare più eventi come le corse monomarca o altre ancora. La tradizione di questo tracciato va mantenuta». Anche la romagnola Nicoletta Crepaldi è di Cervia si ricorderà di questa giornata e della corsa in Ferrari: «Certamente, perché è proprio una bella esperienza. Si va veloce ma in sicurezza. Mi ha colpito, in particolare, la capacità del pilota nel fare la curva frenando senza strattoni». Da Bologna viene Fabio Giatti: «E andata bene. E stato molto emozionante, chiaramente diverso rispetto a quello che si può immaginare guardando la televisione. E pensare che il pilota ha detto che ha guidato solo al 60%. La sicurezza cè però bisogna essere bravi professionisti. Sono 100 euro spesi bene per unesperienza indimenticabile e un contributo alla beneficenza».
ANDREA Bentivogli e Cosetta Barbi abitano a Fiorentina di Medicina. Solo uno di loro ha provato lebbrezza della velocità. «Mi sarebbe piaciuto dice Andrea fare più di due giri ma comunque va bene così. Sono venuto per la passione per la Ferrari e per la beneficenza. Mi ha impressionato la tranquillità del pilota che lha trasmessa anche a me». «Io non ho fatto il giro ribatte la moglie perché ho un po paura». Non tutti hanno girato sul tracciato imolese. Tra questi Rocco Tampieri di Lugo è venuto a curiosare: «Ho la passione per le moto e le auto. Sapevo che le Ferrari avrebbero girato e sono venuto a vedere». Fabrizio Burgagni e Filippo Sangiorgi sono dei fan sfegatati della Rossa: «Siamo qua perché è pieno di Ferrari. Non facciamo il giro, ma abbiamo comprato un biglietto della lotteria per dare un contributo alla beneficenza». Alejandro Martinez è originario della Colombia ma abita a Imola da sette anni: «Io non partecipo ma tifo per il mio amico. Sono un tifoso ferrarista, in particolare dopo che Montoya ha lasciato la Formula 1».
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