Lotta al Covid, prorogate le cure a domicilio

L’aumento dei contagi spinge la Regione a confermare le Usca: il servizio va avanti in via eccezionale fino a dicembre: "Fase delicata"

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Erano già pronte a rompere le righe, ma hanno scoperto in extremis di dover proseguire la loro attività fino a fine anno. Niente ultimo giorno in servizio, ieri, per le Unità speciali di continuità assistenziali (Usca), volute dal Governo ad aprile 2020 e poi prorogate di legge in legge fino al 30 giugno di quest’anno per fronteggiare l’emergenza Covid.

Poche ore dopo il congedo dell’Ausl, con i doverosi ringraziamenti per il lavoro svolto, è infatti arrivato il dietrofront della Regione: si va avanti fino a fine anno. "Una decisione maturata anche in considerazione della nuova crescita dei contagi registrata nelle ultime settimane – spiegano da Bologna –, anche se la situazione dei ricoveri ospedalieri continua a non destare allarme, con numeri sotto controllo".

Il contributo fornito dalle Usca in questa pandemia è noto. L’Azienda sanitaria imolese aveva messo in campo una prima sperimentazione di assistenza domiciliare ai malati di Covid del comune di Medicina fin dall’11 marzo 2020. Ne furono primi attori alcuni medici di medicina generale e infermieri dell’assistenza domiciliare di quel territorio così duramente colpito dalla prima ondata.

"Poiché apparve subito evidente che la sfida alla pandemia doveva essere condotta anche sul territorio, con interventi proattivi, il 24 marzo le Usca furono istituite dall’Ausl di Imola sugli ambiti territoriali di Imola-Vallata, Castel San Pietro Terme e Medicina – ricostruiscono oggi dall’Azienda sanitaria –. Da allora fino a oggi questi team integrati di medici convenzionati e infermieri aziendali si sono fatti carico dell’assistenza domiciliare di pazienti sintomatici positivi al Covid o sospetti, hanno testato questi ultimi e i loro contatti stretti riducendo i tempi di attesa e il diffondersi del contagio in famiglia o l’acuirsi della malattia, restituendo maggiore sicurezza alla popolazione".

Tra il 2020 e il 2021 sono stati 1.652 gli equipaggi Usca attivi sul territorio che hanno risposto a 17.386 chiamate di cittadini, effettuato 4.109 accessi domiciliari, somministrato 324 terapie, eseguito 18.590 tamponi. In questi sei mesi del 2022 i numeri sono stati più bassi, ma certamente non irrilevanti: 234 gli equipaggi attivi, 733 le risposte telefoniche, 295 gli accessi e 9.558 i tamponi effettuati al domicilio.

"Vorrei ringraziare questi medici e questi infermieri che hanno svolto una attività fondamentale nel corso di questi due anni – sottolineava in mattinata il direttore generale dell’Ausl, Andrea Rossi, quando dalla Regione non era ancora arrivata la notizia della proroga –. Le Usca hanno reso ancor più evidente la necessità di un avvicinamento del servizio sanitario al domicilio dei cittadini, pertanto nuove soluzioni organizzative non emergenziali che vanno in questa direzione saranno certamente realizzate nei prossimi mesi".

Un discorso che, alla luce di quanto stabilito l’assessorato regionale alle Politiche per la salute, con una circolare inviata a tutte le Aziende sanitarie territoriali, bisognerà ora affrontare nel 2023. Le Usca "hanno avuto un ruolo prezioso andando casa per casa per fornire assistenza ai malati – sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini –. Una modalità di intervento che può essere ancora utile in questa fase in cui il virus rialza la testa e che bene si innesta sull’idea di sanità territoriale che abbiamo in mente per il futuro".