MARIATERESA MASTROMARINO
Cronaca

L’Otto, non solo a marzo: "Questioni di genere, un silenzio assordante"

Viviamo in una società che spesso, nonostante si proclami moderna e inclusiva, è attraversata da profonde ferite, come quella che...

Viviamo in una società che spesso, nonostante si proclami moderna e inclusiva, è attraversata da profonde ferite, come quella che...

Viviamo in una società che spesso, nonostante si proclami moderna e inclusiva, è attraversata da profonde ferite, come quella che...

Viviamo in una società che spesso, nonostante si proclami moderna e inclusiva, è attraversata da profonde ferite, come quella che segna la questione di genere. L’8 maggio abbiamo partecipato a un incontro con delle volontarie del Centro Antiviolenza di Imola, che accoglie donne vittime di violenza e lavora per creare spazi che possano accogliere le donne in sicurezza, tutelandole e offrendo loro un accesso protetto a tutta la rete di professionalità competenti.

"La violenza di genere non è solo fisica, non ha solo il colore viola dei lividi delle donne percosse – afferma la volontaria Katiuscia Brini, rispondendo alle nostre domande –. Purtroppo ci sono tanti tipi di violenza: fisica, psicologica, sessuale, digitale, verbale, economica, stalking, neglet, controllo coercitivo, è uscito il Report con tutti i dati regionali elaborati e chiari che vi invito a consultare perché riferiti ai 22 Centri regionali".

Le abbiamo chiesto come ci si senta a gestire giovani in difficoltà: "Difficoltà è una parola che non amo particolarmente. Giovani in divenire, in transizione, in formazione, sono parole che mi piacciono di più. Come abbiamo detto durante il nostro incontro, il consenso e l’autodeterminazione sono due grandi fattori che supportano la prevenzione alla violenza di genere. Poter portare anche la nostra esperienza consolidata su questi temi è un grande privilegio, una scelta di cambiamento concreto che ogni volontaria della nostra associazione opera ogni giorno".

La riflessione finale, dopo l’incontro e i dibattiti in classe, ci porta drammaticamente a non poter distinguere il passato dal presente. "Ieri" Italia Donati, maestra dell’Ottocento, fu distrutta dalle calunnie e dai pregiudizi che la portarono al suicidio. Nel 1886 si tolse la vita; la difesa della propria innocenza ne fu la ragione e la richiesta di ricevere un’autopsia che provasse la sua "virtù" fu un simbolico e disperato grido contro una società cieca e ingiusta."Oggi", il diario di Giulia Cecchettin, pubblicato il 2 dicembre 2024, rivela il terrore vissuto prima di essere uccisa. Due donne, due epoche, stesse dinamiche di silenzio e colpevole indifferenza sociale. La violenza non è mai un frutto isolato, ma il riflesso di una cultura che ancora non ascolta. Chi tace di fronte all’ingiustizia la alimenta. È tempo di rompere il ciclo, con consapevolezza e responsabilità collettiva.

Classe III B Scuola Secondaria di I grado di Sesto Imolese IC1