"Malata e ipovedente, l’Inps mi aiuti"

Nonostante le patologie, a Marta Pellizzi non è stata riconosciuta l’invalidità al 100%. L’istituto: "Verifiche"

Marta Pellizzi, imolese di 31 anni ipovedente grave, ha inviato una lettera alle istituzioni per metterle al corrente della sua situazione e chiedere un sostegno. La donna dal 2007 combatte contro un tumore cerebrale particolarmente recidivante e a nulla sono serviti due lunghi interventi neurochirurgici. La ritardata diagnosi ha compromesso permanentemente i nervi ottici costringendola al quotidiano supporto da parte della famiglia e delle moderne tecnologie. Laureatasi nel 2018 in scienze e tecnologie della comunicazione, non trovando lavoro come categoria protetta, ha avviato da qualche tempo la libera professione come consulente in ambito digital marketing. "Il problema è sorto l’11 gennaio quando ho ricevuto a casa il verbale cartaceo della verifica straordinaria da commissione Inps – scrive la Pellizzi –. Documento che sentenziava la mancanza dei requisiti per avere l’invalidità al 100% con accompagnamento come di diritto da precedente sentenza del tribunale".

Una doccia fredda capace di depennare anche l’ausilio del sostegno economico: "Avrà delle ripercussioni sul mio stile di vita e sulla famiglia – spiega nella lettera –. I miei genitori hanno perso il lavoro in seguito al Covid e il poco guadagno mi è necessario per sostenere le spese. A febbraio non saprò come andare avanti".

Lapidario il contenuto dei due verbali inviati alla donna: "Anamnesi e informazioni differenti ma stessa conclusione. Il 70% di invalidità civile ed inabilità al lavoro dal 34% al 73% – continua –. Incluse una serie di informazioni pregiudizievoli come la riscontrata assenza del bastone per non vedenti e del cane guida nonché il tipo di laurea conseguita ed il fatto che lavoro". Omettendo, stando alla ricostruzione della Pellizzi, altre informative fornite il giorno della visita: stato sociale e di salute, indicazione del fascicolo sanitario consegnato, documenti ed accertamenti medici integrativi. Materiale che l’imolese avrebbe, invece, portato al vaglio di una commissione composta da un solo membro.

"Dal curriculum accessibile online scopro che il dottore non ha nessuna specializzazione per le mie patologie – prosegue la missiva –. Omettere dei documenti medici consegnati è grave".

Dall’ufficio stampa dell’Inps hanno fatto sapere che il caso è al vaglio del comparto medico legale. Nei giorni scorsi è arrivata anche la telefonata del presidente nazionale dell’ente previdenziale, Pasquale Tridico: "Ha condiviso il dispiacere per lo stato di salute in cui vivo – confida –. L’Inps si è mosso in autotutela e attendo di comprendere chiaramente le loro decisioni. Non accetterò compromessi, voglio quello che è mio di diritto come previsto dalla precedente sentenza del 2012".

A maggior ragione stando agli aggiornamenti sullo stato di salute: "Sono peggiorata, ho un nuovo tumore alla testa e vivo stati di dolore cronico annientanti. Se mi son laureata o lavoro non è pertinente o connesso alla ricezione di un assegno di invalidità o accompagnamento. Mi sentirei morire senza lavorare".

Mattia Grandi