"Manca personale, servizi a rischio" Presidio dei sindacati all’ospedale

Venerdì Cgil, Cisl e Uil faranno un volantinaggio di protesta davanti al Santa Maria della Scaletta "Ore e ore di straordinari, organici rattoppati, maternità non sostituite: la situazione è insostenibile".

"Manca personale, servizi a rischio"  Presidio dei sindacati all’ospedale

"Manca personale, servizi a rischio" Presidio dei sindacati all’ospedale

I sindacati della Funzione Pubblica si mobilitano per la sanità, regionale e locale. "A Imola saremo davanti all’ospedale Santa Maria della Scaletta, dalle 12.30 alle 14 di venerdì per la distribuzione di materiale informativo che spieghi la grave situazione che si sta delineando, e vi torneremo martedì 7 per lo svolgimento di un presidio di protesta". Ma cosa sta accadendo? Questo: "Preoccupazione dalle mancate risposte alle nostre istanze per il riconoscimento delle risorse necessarie alla valorizzazione del personale – scrivono i sindacati regionali delal sanità di Cgil, Cisl e Uil – e soprattutto rispetto alla garanzia della sicurezza e della qualità dei servizi del nostro Servizio sanitario regionale e dei diritti contrattuali dei dipendenti. Infatti sicurezza, qualità e diritti devono necessariamente prevedere, tra le priorità, la completa sostituzione del personale cessato per pensionamento o per dimissioni volontarie, le stabilizzazioni di tutti coloro che ne hanno i requisiti e i rinnovi dei contratti a tempo determinato. Al contrario, da mesi, nelle Ausl queste necessità non vengono garantite per produrre risparmi di bilancio su indicazione della Regione. Oggi sulla sanità bisogna investire, anche con nuovi modelli organizzativi ma non tagliare sul personale – ammoniscono le organizzazioni dei lavoratori – Ferie accumulate insieme a migliaia di ore di straordinario, che rimangono patrimonio inalienabile dei dipendenti, impossibili da pagare e da recuperare fanno infatti il paio con tempi di attesa per le prestazioni specialistiche ambulatoriali e chirurgiche in aumento e tempi di permanenza nei pronto soccorso ormai diventati inaccettabili".

"Viene spesso sbandierato da parte dell’assessorato regionale alla Sanità il saldo del personale assunto dal 2018 ad oggi, pari a +7.300 – sottolineano Cgil, Cisl e Uil – ma la vera considerazione da fare è che se per 15 anni si è tagliato sulle assunzioni, in realtà chi è stato stabilizzato o assunto, viene impiegato per lo più a ‘rattoppare gli organici’ e a ristabilire quella presenza di personale per garantire l’assistenza di qualità vanto della nostra Regione. Assunzioni che sono state necessarie anche per garantire gli organici ‘integrativi’ (sono coloro che sostituiscono malattie, ferie, permessi a vario titolo) che purtroppo oggi sono all’osso, o addirittura assenti; ad esempio nel 70% dei casi, le lunghe assenze, come le maternità o le malattie di lungo periodo, non vengono sostituite".

"Altro dato da evidenziare – aggiungono Mauro Puglia, Sonia Uccellatori e Paolo Palmarini per Cgil, Cisl e Uil – è che per mettere in pratica quanto previsto per la riorganizzazione della sanità territoriale, da Decreto ministeriale 772022, si dovranno assumere nella nostra Regione dai 1.500 ai 2.300 infermieri di Comunità, per le Centrali pperative territoriali 270 infermieri e circa 67 altre figure tra personale sanitarioamministrativo, per gli Ospedali di comunità circa 639 infermieri, 426 Oss e 142 fisioterapisti, e infine almeno 800 infermieri e 600 Oss oltre che psicologi e altre professionalità per trasformare le Case della salute in case di Comunità. Quindi se servono più persone è lecito chiedersi: per quale motivo la Regione sta bloccando il turn over? Non si potrà certo pensare di garantire servizi aggiuntivi e funzionalità di strutture finanziate dal Pnrr riducendo gli organici, sapendo che chi prende in carico e cura le persone non sono i muri ma il personale".

Il 7 marzo ci sarà un incontro convocato dall’assessore regionale Donini, mentre i sindacati annunciano una conferenza stampa regionale per l’8 marzo in cui faranno il punto su quanto emerso dal vertice con la Regione.