Manifesti ‘anti-gender’, è scontro Fd’I e Lega: "I dem sono illiberali"

Il centrodestra contesta il Pd che aveva criticato le affissioni dell’associazione Pro Vita. Il consigliere meloniano Vacchi: "Censura ideologica, si tratta di messaggi regolarmente pagati"

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Centrodestra all’attacco del Pd, dopo che i dem hanno criticato i manifesti ‘anti-gender’ affissi anche in città dall’associazione Pro Vita. Manifesti che, intanto, sono già apparsi a Bologna e, da pochissimo, anche a Faenza.

Dalle file dell’opposizione, parla di "polemica ridicola" il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale, Nicolas Vacchi.

E rilancia: "Si tratta di una gravissima istanza contro i manifesti a favore dei valori tradizionali sulla vita e sulla famiglia, i cui spazi sono stati regolarmente concessi e che saranno stati regolarmente pagati dall’associazione Pro Vita, come tutti facciamo quando andiamo alle pubbliche affissioni. È un grave attacco politico alla libertà di espressione".

Secondo il referente locale del partito di Giorgia Meloni, la posizione della maggioranza sarebbe infatti "puramente ideologica, nonché politicamente molto più scorretta di quanto quei manifesti legittimamente comunichino al pubblico. Ricordo a tutti i sedicenti democratici – prosegue Vacchi – che la attività amministrativa, anche quando riguarda le affissioni e libertà i opinione e divulgazione di un pensiero, come quello legittimo di Pro Vita, deve essere garantita e procedere a prescindere dalle opinioni di chiunque. Questo uso sembra strumentale da parte dell’amministrazione pubblica e della maggioranza che governa, e pare avere fini ideologici di una sola parte. Tale modo d fare non solo non ci appartiene, ma riteniamo che sia gravissimo. Il Pd è forse diventato il partito della censura?".

Sulla stessa linea il leghista Simone Carapia, che definisce "assurdo e deplorevole" il comportamento della maggioranza di centrosinistra.

"Questa è un’impostazione totalitaria e da dittatura del pensiero unico – attacca l’esponente del Carroccio –. Voler mettere un filtro politico sui manifesti che si possono affiggere sul territorio è un’idea pericolosa per la democrazia e contraria al concetto di pluralismo. Tra l’altro si tratta di manifesti che esprimono una preoccupazione manifestata più volte anche dal Papa. Mi chiedo: il Pd imolese e i cespugli circostanti censurerebbero anche il Santo Padre?".

Secondo Carapia risulta infatti "inconcepibile che la sinistra, invece che pensare ad amministrare la città, ipotizzi come piegare gli strumenti amministrativi per condizionare la libertà di espressione e, di fatto, influenzare la stessa libertà di pensiero. Da una parte – conclude il consigliere comunale di opposizione – si vuole ergere a legislatore per piegare le libertà altrui al proprio pensiero, dall’altro ipotizza censure da regime del pensiero unico".

red. cro.