Castel del Rio, la siccità spaventa i castanicoltori

Marroni a rischio in autunno. Il Consorzio: "Servono bacini di raccolta acque e impianti di soccorso"

I marroni sono la specialità di Castel del Rio

I marroni sono la specialità di Castel del Rio

Imola, 10 agosto 2017 - A soffrire il gran caldo di questa torrida estate è anche il Marrone di Castel del Rio, che rischia di essere il grande assente della prossima campagna autunnale. Se infatti le previsioni saranno confermate, non sono previste vere perturbazioni fino alla fine di agosto e i castagni stanno perdendo le foglie: così facendo entrano in riposo vegetativo e la produzione risulterà compromessa. Quello del Marrone di Castel del Rio è un settore molto importante per la Vallata del Santerno, con una superficie impiantata di circa 580 ettari, una produzione media di circa 10 quintali per ettaro e una produzione lorda vendibile che sfiora i 2 milioni di euro (dati 2016), che ha dovuto affrontare negli ultimi anni il gravoso problema della vespa cinese, che dal 2011 al 2014 aveva drasticamente ridotto la produzione lorda vendibile fino a 400 mila euro. “Bisogna prendere atto che la situazione climatica è mutata – afferma il presidente del Consorzio Castanicoltori di Castel del Rio, Giuliano Monti - e incentivare la realizzazione di nuovi castagneti irrigui, perché la tendenza alla siccità è ormai palese e costante nel tempo. E’ fondamentale – conclude Monti – la realizzazione dei bacini di raccolta delle acque e degli impianti di irrigazione di soccorso per gli anni come quello che stiamo affrontando”.

Più in generale, sono oltre 250 milioni di euro i danni provocati in Emilia-Romagna alle coltivazioni e agli allevamenti da un andamento climatico del 2017 che si classifica al secondo posto tra i più caldi e siccitosi dal 1800. "L’aumento delle temperature estive, gli sfasamenti stagionali con autunno caldo e primavera anticipata, il più elevato numero di giorni consecutivi con temperature elevate, ma soprattutto la modificazione della distribuzione delle piogge e l’aumento dell’intensità delle precipitazioni sono gli effetti dei cambiamenti climatici che – afferma Coldiretti regionale – richiedono interventi strutturali".