Medici di base in calo, l’Ausl corre ai ripari

Nasce un tavolo metropolitano dedicato al problema. Il dg Rossi: "Serve maggiore riconoscimento della loro specifica professionalità"

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In città e nel circondario servono medici di medicina generale. Una figura, quella del dottore di famiglia, che negli ultimi anni è diventata sempre più rara anche nei dieci comuni dell’Imolese. Dai 94 medici di base operativi nel 2016 nel territorio gestito dall’Ausl si è scesi infatti agli attuali 91. E su cinque posti per titolari andati a bando, sono stati due quelli andati deserti, ma in aree in cui non sussisteva carenza. In un solo caso si è invece sostituito un titolare, che ha comunicato il recesso, con un incarico provvisorio. Sostituito ormai da tempo, al fine di garantire l’assistenza primaria a tutti gli assistiti, anche l’unico medico di base sospeso per mancato rispetto dell’obbligo vaccinale.

Va detto che, a differenza di quanto accade altrove, qui almeno per il momento il fenomeno non ha assunto ancora contorni preoccupanti. Nella vicina Bologna, per esempio, si è passati da 582 ai 515 presenze nell’ultimo lustro. Ed è proprio per evitare un peggioramento della situazione che c’è bisogno di una immediata inversione di tendenza. Per questo motivo, l’Ausl di Imola, quella del capoluogo emiliano e la Conferenza territoriale socio sanitaria metropolitana hanno deciso di attivare il "Tavolo metropolitano sulla medicina generale" che si riunirà a partire dalla prossima settimana.

"Sento il dovere di porre questo tema per la sua grande importanza – che ha una forte ricaduta sulle persone sottolinea il presidente della Ctssm, Matteo Lepore, sindaco di Bologna – . I medici di medicina generale rappresentano un presidio fondamentale sul territorio per la tutela della salute delle cittadine e dei cittadini; perciò, a partire da questo Tavolo e insieme ai sindaci della città metropolitana, faremo tutto il possibile per ottenere che tutte le istituzioni interessate trovino le soluzioni migliori e più veloci".

Da parte sua, il direttore generale dell’Ausl di Imola, Andrea Rossi, sottolinea come le Aziende sanitarie territoriali debbano "essere in grado nel prossimo futuro di condividere con i medici di medicina generale innovative soluzioni organizzative, tecnologiche e logistiche in grado di incentivare l’assistenza di prossimità, anche nei territori più lontani dai centri, implementando tutte quelle reti che favoriscono la centralità del paziente e rafforzano la professionalità dei medici". Il tutto "a partire da una rifondazione radicale della formazione della medicina generale – conclude il dg Rossi – che garantisca un maggior riconoscimento della specifica professionalità del medico di famiglia passando per il rafforzamento dell’associazionismo orizzontale, ma anche e soprattutto dalla strutturazione della collaborazione multiprofessionale tra professionisti convenzionati e aziendali".