REDAZIONE IMOLA

Medici di famiglia, la protesta: "Solidali coi colleghi di Bologna. Ma non abbiamo scioperato"

Conti (Fimmg): "Niente stop perché qui i dirigenti sono disponibili al dialogo sulle nostre istanze. Vogliamo meno burocrazia, più tempo per le visite, strumenti adeguati e anche una vita privata".

Medici di famiglia, la protesta: "Solidali coi colleghi di Bologna. Ma non abbiamo scioperato"

Conti (Fimmg): "Niente stop perché qui i dirigenti sono disponibili al dialogo sulle nostre istanze. Vogliamo meno burocrazia, più tempo per le visite, strumenti adeguati e anche una vita privata".

Lo stato di agitazione che per i medici di medicina generale dell’Ausl Bologna si è trasformato ieri in sciopero, risulta invece sospeso per i professionisti convenzionati con l’Azienda sanitaria imolese. Nonostante questo, gli aderenti alla locale Fimmg (Federazione italiana dei medici di medicina generale) sostengono nella protesta i loro colleghi del capoluogo emiliano che, come detto, ieri hanno incrociato le braccia.

"I nostri dirigenti, in modo collaborativo, contrariamente ai loro colleghi bolognesi, sono disponibili a prendere in considerazione un’analisi comune su come rinnovare la medicina del territorio quale perno espresso nell’accordo collettivo nazionale di categoria – riferisce Angelo Conti (nella foto), fiduciario Fimmg Ausl Imola –. Questo ha determinato la sospensione davanti al prefetto di Bologna".

Detto ciò, "noi medici ci stiamo confrontando per portare il nostro progetto all’Azienda", prosegue Conti. Progetto che prevede, "tra le altre cose tecniche", la "difesa del sistema sanitario nazionale come patrimonio di civiltà. Per questo – avverte il fiduciario della Fimmg Ausl Imola – esprimiamo la nostra solidarietà ai colleghi bolognesi in sciopero".

Assieme a loro, i medici di medicina generale imolesi puntano a ottenere: "Meno burocrazia"; "più tempo per le visite"; "strumenti più appropriati per curare i pazienti"; "tempo per aggiornarci"; "una sanità di servizio non aziendale". Ultimo aspetto, ma non certo per importanza, i medici chiedono di "avere una vita privata libera dal lavoro".

Le rivendicazioni a nome dei pazienti mirano invece a "una diagnostica in tempi adeguati al caso clinico"; "non avere liste di attesa"; "non essere costretti a pagare visite ed esami"; "salvare il rapporto di fiducia medico-paziente"; "difendere il sistema sanitario nazionale e il diritto alle cure"; "arginare la medicina delle assicurazioni"; "avere una sanità di servizio non aziendale".

Allo sciopero di ieri non ha aderito lo Snami, l’altro sindacati dei medici, che pur giudicando "effettivamente rilevanti e condivisibili" alcuni dei problemi sollevati dalla Fimmg ha deciso di lasciare la libertà ai propri associati di partecipare o meno alla protesta.