Medicina zona rossa, a rischio le ferie di 300 lavoratori nel fermo produttivo

Ancora in stallo il provvedimento che equipara alla malattia i giorni trascorsi a casa dopo la chiusura del paese disposta dalla Regione

La zona rossa di Medicina

La zona rossa di Medicina

Medicina (Bologna), 10 giugno 2020 - Sono oltre 300 i lavoratori di Medicina che devono ancora vedersi riconoscere la malattia in relazione al periodo forzato di ‘zona rossa’. Il rischio è che debbano ricorrere a permessi non retribuiti o alla ferie per coprire le assenze. L’impasse è dovuto al fatto che l’ordinanza di zona rossa non fu emessa dal Governo ma dalla Regione. L’Inps, per questo motivo, non equipara la situazione di Medicina a quelle simili in Italia disposte però da Roma.

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In sostanza, nel periodo dal 16 marzo al 3 aprile, i lavoratori di Medicina è come se fossero stati in vacanza. Il deputato di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami è fra coloro che lottano affinché questa ingiustizia venga risolta: "E’ necessario rimediare immediatamente alla situazione surreale in cui si trovano gli abitanti di Medicina – sbotta il deputato –, prima sottoposti nottetempo a zona rossa e poi, nonostante ripetute e finora inconsistenti rassicurazioni del Governo, esposti concretamente al rischio di dover rispondere delle assenze dal lavoro, causate proprio da questo provvedimento, ricorrendo a ferie o permessi non retribuiti.Tutto ciò è assolutamente ingiusto: deve essere loro riconosciuto lo stato di malattia, come già definito per le altre zone rosse, ed il Governo deve intervenire immediatamente".

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Bignami sottolinea il ritardo di Roma: "A dimostrare il passo di lumaca sono le stesse dichiarazioni di esponenti del Governo che a fine marzo annunciavano come imminente il provvedimento chiarificatore dell’Inps e che invece ancora oggi non è stato assunto. Presenteremo un emendamento ad hoc in Parlamento per rimediare a questa ennesima dimostrazione di incapacità del Governo".

La sottosegretaria al ministero del Lavoro Francesca Puglisi spiega la situazione: "Stiamo cercando una soluzione per inserire un emendamento nel decreto rilancio, affinché venga risolto il caso di Medicina".

Le fa eco il sindaco Matteo Montanari, che inizialmente sperava in uno sblocco della situazione: "Da parte del Governo, in accordo con la Regione, erano giunte rassicurazioni affinché tale soluzione potesse essere trovata all’interno del decreto aprile, poi diventato decreto rilancio e pubblicato nella prima metà maggio". Invece nessuno provvedimento è stato preso come poi ha appurato lo stesso primo cittadino: "Abbiamo quindi preso di nuovo contatto con Regione, Governo e parlamentari – continua Montanari – affinché fosse predisposto un emendamento al decreto legge che in fase di conversione possa garantire ai lavoratori di Medicina bloccati dalla zona rossa, lo stesso trattamento dei lavoratori bloccati nelle zone rosse istituite per via governativa".

Montanari aggiunge: "Il nostro Comune non smetterà di chiedere provvedimenti a tutela dei lavoratori di Medicina, bloccati dalla zona rossa, fino a quando per questi non saranno previste le stesse misure definite per i lavoratori delle zone rosse governative". Il primo cittadino non getta la spugna: "Ci aspettiamo dal Parlamento e dal Governo – conclude il sindaco – una risposta concreta e veloce".