Melandri: "Sincero e umile, sempre vicino"

Il dolore dell’ex iridato: "Una delle persone più influenti nella mia carriera, ma anche nella vita privata. Sembrava impossibile fermarlo"

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di Mattia Grandi

Marco Melandri e Fausto Gresini, una bella fetta di Romagna nel motomondiale. Si erano inseguiti a lungo i due purosangue prima di sancire la sacra alleanza da MotoGP nel 2005. Potenziale tecnico enorme e grinta da vendere per il Macio ravennate, astro nascente delle classi inferiori prima dell’iride nella 250 nel 2002. Fiuto da segugio quello di Faustino da Imola, talent scout certificato dalla scoperta dello sfortunato fenomeno giapponese Kato.

"Una situazione surreale – racconta commosso Melandri dalla sua nuova dimensione trentina –, non riesco ancora a credere che tutto questo sia successo a Fausto. Una persona così forte e carismatica che mi sembrava impossibile da fermare".

Eppure Gresini ci aveva visto lungo ancora una volta nonostante il debutto nella top class dell’ex Uomo Ragno non fosse stato proprio da incorniciare. Quarantacinque punti raccolti e quindicesima piazza con i colori del team Fortuna Yamaha. In mezzo tante cadute ed una serie di brutti infortuni. Poco meglio la stagione successiva nella squadra satellite per far posto a Valentino Rossi. Dodicesima piazza a settantacinque lunghezze. "Un uomo dalla valenza incredibile nel paddock – prosegue Melandri –. Persone come Fausto ne sarebbero servite di più nel mondo delle corse. Appassionato, umile, onesto e sincero". Il 2005 mette tutti d’accordo ed il centauro bizantino si prende il lusso di precedere perfino il quotato compagno di squadra Sete Gibernau. E’ lui il vice Rossi. Podi a Jerez, in Cina, a Barcellona, ad Assen e in Qatar. Vittorie in Turchia ed a Valencia, dove regola il Dottore di Tavullia e Nicky Hayden. Secondo nella classifica piloti del mondiale totalizzando settanta punti in più del suo collega di box. "Parlo come pilota e come amico – analizza il campione –. Quando abbiamo smesso di correre insieme mi è stato forse ancora più vicino. Non mi ha mai abbandonato nei momenti difficili, come nel 2008 in Ducati. Mi portava a cena da solo nelle colline imolesi per tenermi su di morale". Il suo credo? "Guardare sempre il bicchiere mezzo pieno, mi ha teso la mano per rialzarmi quando ero giù – puntualizza –. Il nostro rapporto è continuato a crescere. Eravamo tanto amici, passavo spesso qualche giorno in estate da lui nella sua casa a Imola". Con una sentenza finale: "E’ stata una delle persone più influenti nella mia carriera e nella mia vita privata". La loro storia da team satellite continuerà nelle stagioni successive sfiorando il podio iridato nel 2006 e centrando la top 5 l’anno dopo. Si ritroveranno nel 2010, insieme a Marco Simoncelli, e nel 2015.