Mercatone Uno, indagato l'amministratore di Shernon

Il suo nome è nel fascicolo della Procura di Milano che cerca di fare luce sul fallimento della società. L'accusa è bancarotta fraudolenta

Valdero Rigoni, ceo di Shernon holding

Valdero Rigoni, ceo di Shernon holding

Imola (Bologna), 13 giugno 2019 – Valdero Rigoni, ceo di Shernon Holding, la società che gestiva 55 punti vendita di Mercatone Uno fallita nelle scorse settimane, è indagato per bancarotta fraudolenta. Il nome di Rigoni è nel fascicolo aperto nei giorni scorsi dal procuratore aggiunto di Milano Riccardo Targetti e dal pm Roberto Fontana dopo il deposito in Procura della relazione del curatore fallimentare, l'avvocato Marco Angelo Russo. Ipotesi di bancarotta fraudolenta contestata ora nei confronti dell'amministratore della holding fallita nell'ambito delle indagini della Gdf milanese. I 55 punti vendita del gruppo Mercatone Uno (per un totale di 1.800 dipendenti) erano stati ceduti, infatti, nell'agosto scorso dall'amministrazione straordinaria del gruppo alla Shernon Holding. “Abbiamo tutta l’intenzione di rilanciare fortemente il brand sul mercato – aveva dichiarato all’epoca Rigoni –, migliorandone l’offerta e il posizionamento, adattandoli ai nuovi stili di vita e di consumo”. Tuttavia, già a febbraio la società ha chiesto di essere ammessa al concordato preventivo dopo le istanze di fallimento presentate da alcuni fornitori. “Dopo quasi nove mesi di attività e di due-diligence – aveva detto in quella fase il ceo di Shernon Holding – ci è chiaro che vanno rivisti dalle fondamenta tutti i principali equilibri e assetti aziendali, per riqualificare, attualizzare e rendere nuovamente e realmente competitiva una realtà che tutt'oggi rappresenta un marchio storico della Gdo italiana. L'obiettivo non è uscire dal mercato, ma anzi, ripartire più forti”. La richiesta di concordato era però stata dichiarata inammissibile dal Tribunale fallimentare di Milano a causa dell'indebitamento. I giudici, infatti, hanno riscontrato per la Shernon un indebitamento complessivo di 90 milioni di euro maturato in nove mesi, con perdite gestionali fisse di cinque-sei milioni al mese, unito “alla totale assenza di credito bancario e di fiducia da parte dei fornitori”. Ora le indagini si concentrano proprio sulla gestione della holding negli ultimi mesi. La Procura di Bologna, invece, aveva già aperto un'inchiesta per bancarotta, con una serie di sequestri disposti a inizio 2017, dopo l'amministrazione straordinaria scattata nel 2015, quando l'azienda aveva ormai 500 milioni di indebitamento.