Lacrime d'addio per Giorgio Bettini: "I suoi valori ci faranno da guida"

Il giornalista e politico si è spento a 85 anni. Il ricordo degli amici

COMPIANTO Giorgio Bettini, un esempio per gli imolesi

COMPIANTO Giorgio Bettini, un esempio per gli imolesi

Imola, 30 ottobre 2014 - Giornalista: dall’Unità al settimanale Sabato Sera di cui è stato anima e primo direttore. Politico: ai vertici del partito e nelle istituzioni, lui comunista in sintonia con Amendola e Napolitano. Innamorato della montagna: sui sentieri e sotto le insegne del Cai. Giorgio Bettini lascia impronte nei campi che ha attraversato nei suoi 85 anni di vita, tramontati ieri notte dopo l’invincibile lotta contro il cancro. «Mi guideranno i valori che mi ha trasmesso, i consigli che mi ha dato, tutto quello che mi ha insegnato», sussurra Marco Panieri, giovane consigliere comunale del Pd. Giorgio Bettini è suo nonno, commemorato in consiglio dal sindaco. «La politica è stata il filo conduttore della sua vita, con una visione riformista, a volte non allineata, critica, ma fedele al valore dell’unità», ricorda Daniele Manca. E aggiunge: «Giorgio ci mancherà per quello che poteva offrire con le parole, gli scritti, la coerenza con gli ideali di giustizia sociale. Gli dico: grazie per quello che hai fatto, le radici forti che ci hai lasciato non si lacereranno».

Il ricordo della lunga stagione di Bettini a Sabato Sera è di Claudio Caprara, suo successore alla guida del settimanale. «Dal 1964 al 1990, Sabato Sera fu la casa di Giorgio, la sua ossessione, il suo primo pensiero al mattino e l’ultimo la sera – scrive Caprara su Facebook –. Bettini mi ha rivelato tutti i trucchi del mestiere e soprattutto mi ha insegnato a ‘sentire’ i lettori; mi ha imposto di andare nelle edicole alle 7 del mattino a guardare chi erano le persone che compravano il giornale. Avere diretto Sabato Sera dopo di lui è stato un onore di cui non gli sarò mai abbastanza grato».

Dal giornalismo alla montagna, con Bettini amico dei grandi scalatori: Bonatti, Diemberger, Messner. «Giorgio non ci lascia, cammina su altre montagne», dice Roberto Paoletti, che con lui ha lanciato il Premio Città di Imola al Filmfestival della montagna di Trento. Da presidente della sezione imolese del Cai e membro del direttivo nazionale, Bettini «ha portato grande innovazione», tanto che Paoletti lo ricorda come «un combattente».

Fra i suoi progetti c’era un film sulla storia di Mario Fantin, cineoperatore nel 1954 alla spedizione sul K2, e Paoletti giura: «La realizzazione è ora un impegno». L’ultimo saluto domani alla Salannunziata, con la camera ardente dalle 9.30 alle 12 e la commemorazione alle 11. L’onorevole Daniele Montroni sottolinea il contributo di Bettini «nel dibattito che ha accompagnato la lunga traversata dal Pci al Pd». Il segretario Marco Raccagna rivede Giorgio «quando ti prendeva sottobraccio, sorrideva e si metteva a parlare dell’attualità politica, sempre acuto e pronto a dare un consiglio». E Anna Pariani scrive: «Ciao Giorgio, mi mancheranno i tuoi racconti, la storia di un grande movimento politico di cui sei stato protagonista, quello del Pci, la forza che mettevi in tutti i tuoi progetti».