Mr. E, il Drago e il Drake Così arrivava la Formula 1

L’avvocato Federico Bendinelli, presidente di Sagis che gestiva il tracciato. Dagli albori fino allo stop del 2006, ecco i retroscena su trattative e Gp

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di Federico Bendinelli

Anche se nel 1963 si era già svolto sull’autodromo di Imola un Gran Premio di F1 (vinto da Jim Clark su una Lotus 25) organizzato dall’Automobile Club di Bologna nell’ambito della ‘Conchiglia d’Oro Shell’, la vera storia della Formula 1 ad Imola nasce il 16 settembre 1979 con il GP intitolato a Dino Ferrari: lo scomparso figlio del Drake, al quale dal 1970 era stato intitolato anche l’Autodromo. Nel frattempo dal 1972 il Comune di Imola aveva affidato l’intera gestione dell’Autodromo all’AC Bologna, che a sua volta nell’estate del 1978 l’aveva trasferita alla controllata Sagis Spa, nominandone Presidente il “Drago” Sandro Munari, e poi Luciano Conti, e me Amministratore Delegato.

Quello del 1979 fu un GP non valido per il campionato del mondo, una sorta di prova generale per il successivo 51° GP d’Italia, svoltosi sul “Piccolo Nurburgring” (secondo la storica definizione di Enzo Ferrari) il 14 settembre 1980, questo valido per il campionato e vinto dal futuro campione del mondo Nelson Piquet sulla Brabham BT49 di Bernie Ecclestone.

Proprio con Ecclestone a fine luglio 1978, al ristorante del (vecchio) Molino Rosso dopo un’ispezione effettuata sull’autodromo per verificarne l’idoneità alle gare di F1, mi ero accordato verbalmente con il ‘Supremo’ – “Se a te va bene, per me è sufficiente una stretta di mano” – per portare a Imola per i successivi 5 anni il Gp d’Italia di F1; l’accordo intervenuto al Molino Rosso, sotto lo sguardo premuroso di Danilo Galassi, fu poi tradotto nel contratto firmato con Mr. E all’Hotel Fini di Modena il 25 ottobre, alla presenza di Enzo Ferrari – vero demiurgo dell’operazione – questa volta anche da Luciano Conti e da Giancarlo Jovi, Presidente di AC Bologna.

Prima del Gran Premio d’Italia del 1980, in seguito alle pressioni ricevute dall’Aci per non privare Monza del suo storico Gp, e sempre con la mediazione di Enzo Ferrari, avevamo raggiunto con il Presidente Aci Carpi de Resmini, con il mitico ing. Bacciagaluppi di Monza e con Bernie Ecclestone un accordo per fare svolgere alternativamente il GP d’Italia tra i due autodromi: pertanto nel 1981 sarebbe toccato a Monza, nel 1982 nuovamente ad Imola, e così via. Nel corso del GP del 1980 incontrai però il presidente Zafferani e il segretario Muscioni della Federazione Automotoristica Sanmarinese, e ci venne la folle idea di intitolare a San Marino il GP di Imola. L’idea piacque subito ad Enzo Ferrari, che se ne fece portatore con Mr. E ed il Presidente della Fisa Balestre, che la accettarono. Dal 1981 è così cominciata la lunga storia dei GP di San Marino che, superando anche i tragici avvenimenti del 1994, sono continuativamente proseguiti sino al 2006.

In tutto questo periodo siamo stati sempre impegnati nel costante adeguamento ed ammodernamento dell’Autodromo, con rilevantissimi investimenti strutturali; siamo anche stati l’unico organizzatore italiano (e tra i pochi europei) a ricevere per due volte il trofeo di migliore organizzatore mondiale.

Del resto uno studio effettuato negli anni ’90 del Censis, i cui dati sono stati confermati dalla Fia, attestò che il GP di Imola costituiva ogni anno per il territorio (non solo imolese) un indotto valutabile in 100 miliardi di lire, e questo dato è stato implicitamente confermato da quanto dichiarato a fine 2006 da Galassi, nel frattempo diventato Presidente di Ascom, stimando in 50 milioni di euro la perdita derivata dall’addio della gara.

Senza considerare che proprio l’esistenza del GP rappresentava il volano che ci consentiva di portare in Autodromo, e più in generale ad Imola, altre importanti manifestazioni, non solo motoristiche (come i Jammin’ Festival), a loro volta foriere di rilevanti benefici economici. Per questo è forte il rimpianto sia per l’anticipata fine del contratto con Ecclestone per il GP di San Marino, per cause totalmente esulanti dalla nostra volontà, sia per la mancata accettazione da parte degli amministratori comunali dell’epoca della proposta di Mr E di tornare al vecchio accordo di alternanza del GP d’Italia, poi nuovamente formulata, senza successo, nel 2016. L’attuale ritorno della F1 è quindi un fatto molto positivo e di grande auspicio per il futuro.