MATTIA GRANDI
Cronaca

Museo diocesano, nuova mostra. Il quarto Dialogo nella sala grande

Il quarto Dialogo protagonista dal 3 al 31 maggio nella Sala grande del Museo Diocesano di Imola prende il titolo...

La mostra valorizza il filone giubilare attraverso la via della bellezza Il quarto Dialogo chiude la prima parte del ciclo di otto esposizioni

La mostra valorizza il filone giubilare attraverso la via della bellezza Il quarto Dialogo chiude la prima parte del ciclo di otto esposizioni

Il quarto Dialogo protagonista dal 3 al 31 maggio nella Sala grande del Museo Diocesano di Imola prende il titolo di ‘Fons Salutis. Quando l’acqua si fa verbo’. Un’altra piccola mostra, che sulla scia del tema giubilare ‘Pellegrini di speranza’, mette a confronto un’opera conservata nella sale espositive del palazzo vescovile con capolavori provenienti da fuori città, curata da Marco Violi. Questa volta tocca al dipinto il ‘Redentore Benedicente’, restaurato nel 2023 da Michele Pagani grazie ai fondi dell’8x1000 alla Chiesa Cattolica, incontrare due pezzi da novanta in trasferta dell’arte del genio partenopeo Luca Giordano: ‘Giacobbe e Rachele al pozzo’ e ‘Cristo e la Samaritana’. Due pitture in prestito da una collezione privata.

Il trait d’union tra le tre tele esposte non è il tema iconografico, l’ambito culturale o l’autore ma l’attinenza comune al filone giubilare: "Le vicende bibliche narrate nelle due piccole tele di Giordano ruotano entrambe attorno al tema della sorgente e del pozzo – fanno sapere dal Museo Diocesano –. Nella liturgia, il pozzo è un luogo di incontro con lo Spirito e la nostra umanità. Un simbolo della sete interiore dell’uomo che non può essere colmata dalle cose materiali, ma solo da Cristo che offre l’acqua viva dello Spirito".

Durante l’apertura della Porta Santa, poi, il pontefice ha colpito tre volte la porta con un martello richiamando l’immagine metaforica di Cristo come Porta che conduce alla salvezza. Così, tra le molte raffigurazioni di Cristo custodite nella collezione diocesana, la scelta è ricaduta sull’intrigante e significativo ‘Redentore benedicente’. Un lavoro dall’elevata qualità esecutiva già al centro di un lungo dibattito che ha dato luogo a svariate proposte attributive. L’ultima di queste, condotta dallo storico dell’arte Massimo Pulini (a maggio ospite del Museo Diocesano per una conferenza incentrata proprio sugli studi effettuati, ndr), collega la pittura alla produzione giovanile di Guido Cagnacci.