Musica e colori, ‘Rivolta gaya’ mette la quinta

Un centinaio di attivisti alla manifestazione nata nel 2018 per i diritti del mondo Lgbtq+. Presente anche l’assessora Spada

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Bandiere arcobaleno, striscioni e tanta musica hanno fatto da cornice, ieri pomeriggio, alla quinta edizione di ‘Rivolta gaya – Imola pride’. Il corteo, animato come di consueto da un centinaio di attivisti della causa Lgbtq+, ha percorso anche quest’anno le vie del centro storico. A differenza delle passate edizioni, questa volta alla manifestazione ha partecipato anche un componente della Giunta comunale. Si tratta dell’assessora all’Ambiente, Elisa Spada (in quota Imola coraggiosa), che si è unita al corteo poco dopo la partenza dalla stazione ferroviaria.

Una volta attraversati viale Andrea Costa e via Appia, scortati dalle forze dell’ordine, all’altezza dell’Orologio i manifestanti hanno svoltato a destra verso la via Emilia, per poi sfilare davanti alla cattedrale di San Cassiano e terminare la corsa poco più avanti nel piazzale della Rocca sforzesca, potendo contare su una temperatura decisamente più fresca rispetto al clima torrido che ha caratterizzato gli ultimi due sabati dei concertoni in Autodromo.

"Il pride nasce come manifestazione per rivendicare il nostro diritto di esistere in quanto donne, lesbiche, bisessuali, persone trans, omosessuali, pansessuali, asessuali, soggettività non-binary – spiegano i promotori –. Ma non ci basta più dire che noi esistiamo: noi adesso vogliamo prenderci tutto quello che ci spetta. Siamo stanche e incazzate per le discriminazioni che dobbiamo subire perché non siamo uomini, bianchi, etero, cis e abili".

Nel mirino dei manifestanti, scesi in strada per dare vita a un "corteo favoloso e al tempo stesso determinato nella sua lotta contro ogni discriminazione", ci sono il Vaticano e i politici di centrodestra. Assieme al senatore leghista Simone Pillon, la più bersagliata è Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, che si prende gli sberleffi indirizzati fino a qualche tempo fa al segretario del Carroccio, Matteo Salvini, evidentemente in calo di popolarità a vantaggio della collega di coalizione non solo nei sondaggi ma anche tra gli attivisti della causa Lgbtq+.

"Non sei sol#", recita lo striscione che apre il corteo. Qualche metro dopo, tra cartelli che rivendicano "Il diritto di amare per tutti" e palloncini colorati, lo striscione del collettivo maschile ‘Oltre Adamo’, associazione che si batte contro la violenza di genere. In fondo al gruppo, invece, il lenzuolo viola delle donne di Trama di terre avverte: "Il corpo è mio, decido io. Nessun governo, nessun Dio...".

Oltre che da striscioni e cartelli, le parole arrivano però soprattutto dal microfono. "La pandemia ha accentuato la nostra solitudine, il nostro isolamento – è il messaggio –. Ma oggi siamo insieme ed è arrivato il momento di prenderci tutto, dalla periferia alla città, un unico grido: non siamo più soli!".