Nardella spinge il Pd: "Si riparte da Bonaccini"

Il sindaco di Firenze lancia la candidatura del governatore alla guida del partito. "Uscire dai Palazzi per riscoprire la forza dei territori"

Nardella spinge il Pd: "Si riparte da Bonaccini"

Nardella spinge il Pd: "Si riparte da Bonaccini"

di Enrico Agnessi

Sindaco tra i sindaci, nel tentativo di riportare sui territori un partito sempre più in crisi. Dario Nardella, primo cittadino di Firenze, è arrivato ieri sera alla Sala delle stagioni. Un incontro, quello con gli amministratori locali del Pd alla guida di otto comuni del circondario su dieci, pensato per lanciare la candidatura del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, alla guida nazionale del partito.

L’asticella per il salto è piuttosto bassa: a queste latitudini, in virtù di un rapporto saldissimo con la giunta che, tra le altre cose, investe ogni anno cinque milioni di euro per riportare a Imola un sogno rincorso per quasi tre lustri e chiamato Formula 1, si fa fatica persino a trovare qualcuno che sostenga pubblicamente la mozione di Elly Schlein, sfidante principale di Bonaccini nella scalata al partito. Con il governatore, oltre ai primi cittadini dem del circondario guidati dall’imolese Marco Panieri, si sono schierati da tempo anche il vicesindaco Fabrizio Castellari, il senatore Daniele Manca e la consigliera regionale Francesca Marchetti. E ieri sera, ad applaudire Nardella, c’erano tutti, assieme all’ex sindaco Raffaello De Brasi, all’ex ministro Giuliano Poletti e a un altro centinaio tra militanti e simpatizzanti del fu Partitone.

"È un momento per noi cruciale", ha avvertito Nardella, applauditissimo a Imola esattamente come lo era stato, dieci anni fa, un altro (all’epoca) sindaco di Firenze, Matteo Renzi, che nel frattempo ha preso altre strade. "Un partito come il nostro – ha aggiunto – non fa il congresso perché è un rito, ma partendo dalla sostanza di un passaggio profondo. Il Pd è parso troppo a lungo legato all’establishment, con i dirigenti chiusi nei palazzi. Sui territori, dove la sinistra è credibile e vince, non si è perso il rapporto di diretta fiducia con i cittadini, che invece si è consumato lentamente nel partito nazionale perché per troppi anni ci siamo dedicati al governo con alleanze diverse. Ora bisogna recuperare la fiducia di chi ci ha votato per anni, riscoprendo la forza dei territori per vincere le grandi sfide".

Secondo le regole approvate nei giorni scorsi in direzione nazionale, nei circoli la discussione e il voto degli iscritti sulle candidature a segretario si terranno dal 3 al 12 febbraio. Il secondo round di consultazione popolare, inizialmente fissato per il 19 febbraio, slitta invece al 26 del prossimo mese (con voto previsto dalle 8 alle 20): si tratta delle primarie vere e proprie, che saranno aperte anche ai non iscritti al Pd che dichiarino di "riconoscersi nella proposta politica" del partito, di sostenerlo alle elezioni, e accettino di essere registrate in un albo pubblico.

Le candidature alla segreteria nazionale dovranno essere presentate entro il 27 gennaio: devono essere sottoscritte da almeno il 20% dei componenti dell’assemblea nazionale o da un numero di iscritti compreso tra 2mila e 3mila, distribuiti in almeno 12 regioni e con minimo 60 sottoscrittori per ciascuna regione.