Non possiamo aspettare un altro mese

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Marco

Signorini

Un ’infinito’ mese di campagna elettorale. Mai come in questo momento diventa di attualità quanto amava ripetere Albert Einsten che, oltre ad essere un grande scienziato, fu uno dei filosofi che segnò il pensiero del Novecento.

Secondo Einstein il tempo era infatti una specie di illusione, un concetto relativo e non più una costante. In sostanza, anche un solo minuto, in una particolare situazione, poteva essere vissuto come infinito.

Un po’ come nella situazione attuale. Un mese di campagna elettorale, in teoria, sarebbe infatti ben più breve dei lunghi periodi di scontri a cui ci ha abituato la politica. In questa fase delicata, però, appare come lunghissimo. Parliamo giustamente delle priorità che dovrà affrontare il nuovo governo (in carica non prima della seconda metà di ottobre se il parlamento dovesse esprimere una chiara maggioranza), ma arrivare a quella data senza alcun intervento choc sul caro bollette sarebbe già troppo tardi. Abbiamo un governo in carica, sostenuto dalla quasi totalità dei partiti e con un premier dalla grande autorevolezza. Un governo che può e deve intervenire in modo efficace per salvare famiglie e imprese. Tagliare gli oneri di sistema ormai serve a poco. Occorre, in un modo o nell’altro, intervenire sul prezzo della materia prima e, se per farlo, è necessario fare del debito, lo si faccia. Sarebbe quel ’debito buono’ di cui più volte ha parlato lo stesso Mario Draghi perché eviterebbe chiusure di massa delle aziende e decine di migliaia di lavoratori in cassa integrazione. Cassa integrazione che poi dovrebbe pagare lo stesso Stato con produzione e Pil che crollerebbero, affossando la crescita. E, anche in questo caso, l’Europa si sta dimostrando fragile e divisa.