Si tratta del quarto episodio di aggressione ai danni del personale dell’Ausl che si è verificato nell’ultimo mese e mezzo al Santa Maria della Scaletta

Ennesima aggressione, questa volta solo verbale, ai danni degli operatori del pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria della Scaletta. Domenica, attorno alle 12.30, un uomo se l’è presa con un infermiere che gli aveva chiesto di aspettare mentre la donna arrivata con lui, sua parente, venisse visitata dal medico.  L’uomo, visibilmente alterato ha prima minacciato e poi tentato di aggredire fisicamente l’infermiere, colpevole soltanto di avergli fatto notare che non poteva accedere all’ambulatorio e che gli avrebbero riferito l’esito della visita. Niente da fare, a quel punto l’uomo è entrato con la forza negli ambulatori (la porta di accesso si apre semplicemente avvicinandosi attraverso fotocellula), non prima di aver minacciato l’infermiere di attenderlo all’uscita per regolare non si sa quali conti. "Ribadiamo che la situazione per gli operatori del front office è allo stremo – afferma Giuseppe Rago, segretario della Uil Fpl di Imola –. Il pronto soccorso è un porto di mare dove vige la regola del ‘Me ne frego e faccio quel che mi pare’. Dove non esiste la benché minima protezione per gli operatori, essendo un open space e dove chiunque accede senza alcuna possibilità di essere bloccato sia se si avvicina troppo al triage sia se vuole accedere agli ambulatori che coincidono con la sala per i codici rossi". Come già accennato, si tratta del quarto episodio di aggressione ai danni del personale dell’Ausl che si è verificato nell’ultimo mese e mezzo in ospedale. "Prima o poi, mentre si continuano a svolgere tavoli per studiare strategie, corsi, tecniche e altre elucubrazioni mentali, qualche operatore si farà seriamente male", avverte Rago. E aggiunge: "Elogiamo comunque l’intervento delle forze dell’ordine che nei limiti del possibile, come anche in questo caso, intervengono prontamente. Ma seppur celeri se vi fosse stata aggressione sarebbero purtroppo arrivati a cose fatte. Ripetiamo che il pronto soccorso va reso più sicuro da subito con idonee strutture protettive per il personale – conclude il segretario della Uil Fpl imolese – e l’accesso deve essere controllato sia al pronto soccorso che agli ambulatori. Fino a quando dovremo ancora aspettare prima che si prendano seri provvedimenti sulla messa in sicurezza del personale?".

Cronaca

Ennesima aggressione, questa volta solo verbale, ai danni degli operatori del pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria della Scaletta. Domenica, attorno alle 12.30, un uomo se l’è presa con un infermiere che gli aveva chiesto di aspettare mentre la donna arrivata con lui, sua parente, venisse visitata dal medico. 
L’uomo, visibilmente alterato ha prima minacciato e poi tentato di aggredire fisicamente l’infermiere, colpevole soltanto di avergli fatto notare che non poteva accedere all’ambulatorio e che gli avrebbero riferito l’esito della visita. Niente da fare, a quel punto l’uomo è entrato con la forza negli ambulatori (la porta di accesso si apre semplicemente avvicinandosi attraverso fotocellula), non prima di aver minacciato l’infermiere di attenderlo all’uscita per regolare non si sa quali conti.
"Ribadiamo che la situazione per gli operatori del front office è allo stremo – afferma Giuseppe Rago, segretario della Uil Fpl di Imola –. Il pronto soccorso è un porto di mare dove vige la regola del ‘Me ne frego e faccio quel che mi pare’. Dove non esiste la benché minima protezione per gli operatori, essendo un open space e dove chiunque accede senza alcuna possibilità di essere bloccato sia se si avvicina troppo al triage sia se vuole accedere agli ambulatori che coincidono con la sala per i codici rossi".
Come già accennato, si tratta del quarto episodio di aggressione ai danni del personale dell’Ausl che si è verificato nell’ultimo mese e mezzo in ospedale.
"Prima o poi, mentre si continuano a svolgere tavoli per studiare strategie, corsi, tecniche e altre elucubrazioni mentali, qualche operatore si farà seriamente male", avverte Rago. E aggiunge: "Elogiamo comunque l’intervento delle forze dell’ordine che nei limiti del possibile, come anche in questo caso, intervengono prontamente. Ma seppur celeri se vi fosse stata aggressione sarebbero purtroppo arrivati a cose fatte. Ripetiamo che il pronto soccorso va reso più sicuro da subito con idonee strutture protettive per il personale – conclude il segretario della Uil Fpl imolese – e l’accesso deve essere controllato sia al pronto soccorso che agli ambulatori. Fino a quando dovremo ancora aspettare prima che si prendano seri provvedimenti sulla messa in sicurezza del personale?".

"Nuova aggressione, operatori allo stremo"    

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