Nuove frane, le zone a rischio Preoccupano i tanti cedimenti Il geologo: "Sono aree fragili"

Berti, docente dell’Alma Mater: "Quegli strati inclinati scivolano verso valle per natura". Una buona notizia a Casalfiumanese: potrebbe essere riaperto il guado di Carseggio.

Nuove frane, le zone a rischio  Preoccupano i tanti cedimenti  Il geologo: "Sono aree fragili"

Nuove frane, le zone a rischio Preoccupano i tanti cedimenti Il geologo: "Sono aree fragili"

di Mattia Grandi

Non basta un giorno di sole per risollevare il morale di una vallata del Santerno colpita al cuore dal maltempo. Un quadro in continua evoluzione in un’area, per sua conformazione, predisposta a fenomeni franosi. A Fontanelice, dopo la colata killer di via Casolana, si guarda con apprensione a quel versante di monte in movimento (e lo si nota molto bene dalle foto aeree scattate dal drone).

Ancora più complessa l’istantanea in arrivo da via Torre di Fornione. Geologi al lavoro per capire la reale estensione dello smottamento, con tre famiglie isolate e la fornitura di acqua interrotta. Senza dimenticare il rebus della permanenza nella canonica della chiesa di Prato degli ospiti della comunità ‘Il Sorriso’. Non solo. Preoccupano i tanti cedimenti di via Gesso mentre per le frane di Posseggio e della porzione fontanese della provinciale Casolana, interdetta al passaggio dei non residenti e con l’agriturismo ‘La Taverna’ isolato, si punta al celere avvio dei lavori di ripristino.

A Borgo Tossignano osservate speciali le zone più sopraelevate come le vie Campiuno, Siepi di Campiuno, Monte Battaglia e Siepi di San Giovanni, colpite da frane estese. In quest’ultima arteria manca pure la corrente elettrica, che i tecnici potrebbero riallacciare oggi, con assenza di segnali tv Rai e telefonici Tim. Dagli ultimi rilevamenti, che necessitano però di una visuale dall’alto per focalizzare i danni su scala più ampia, si registrano nuove piccole fratture. Per Casalfiumanese il nodo principale ruota attorno a Carseggio da dove giungono buone notizie. L’acqua in ritirata rende finalmente utilizzabile il guado sul Santerno, dopo il ko di una porzione di via Macerato, per i collegamenti verso casa delle quaranta persone sfollate e le logistiche delle nove isolate. Ancora chiuse, con tratti di alto pericolo interdetti anche ai residenti, le vie Maddalena, Valsellustra, Croara e Gesso. A Castel del Rio riaperta al transito via Chiesuola mentre si confermano più problematici i massi di terra, sotto strada, nelle vie Montefune e Sesdetto.

Sulla morfologia del terreno valligiano ha preso parola anche il geologo dell’Università di Bologna, Matteo Berti: "Il significativo quantitativo di pioggia caduta nei giorni scorsi nel territorio collinare romagnolo (oltre 200 millimetri, ndr) si è rivelato l’innesco ideale per una franosità importante e diffusa – spiega -. Il tutto incastonato in un’area predisposta alla criticità per la sua stratificazione su formazione marnoso-arenacea. Strati inclinati che scivolano verso valle per natura". Con dinamiche dalla duplice fisionomia: "Da eventi di piccole dimensioni in prossimità dei passaggi stradali a quelli più estesi, pur senza eccesiva profondità, come a Fontanelice – continua –. Smottamenti che coinvolgono anche la roccia sottostante, con un’azione rapida e pericolosa". E sulla durata della fase di allerta frane ci sono pochi dubbi: "I tempi di emergenza dei fenomeni franosi sono piuttosto brevi, ma dipendono dal quadro meteo collegato – aggiunge Berti –. I distacchi più rilevanti avvengono durante, o subito dopo, le precipitazioni. Discorso diverso, però, per l’evoluzione dei danni provocati dalle frane che richiedono assestamenti più lunghi".