Covid Imola, contagi sotto la media: "Successo dei vaccini"

L’Ausl trova altri 40 positivi, restano quattro i ricoveri in terapia intensiva. Il dg Rossi: "Decessi e malati gravi nemmeno paragonabili all’ondata del 2020"

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Quaranta casi di Covid (di cui 26 sintomatici) registrati ieri nel circondario. Il dato risulta più basso della media dei contagi giornalieri che ha caratterizzato la scorsa settimana, pari a 50 nuovi positivi ogni 24 ore (contro i 52,9 dei sette giorni precedenti). E arriva dopo i ‘soli’ 22 ulteriori casi riscontrati martedì. Sembra dunque confermata quella "prima flessione", certificata martedì dal direttore generale dell’Ausl, Andrea Rossi, nel suo report settimanale sulla diffusione del virus sul territorio imolese. Dall’inizio della pandemia, i casi totali nel circondario salgono a quota 15.369. Tale cifra comprende le oltre 350 vittime di questi quasi due anni, tutti i guariti (la stragrande maggioranza) e le persone attualmente positive nei dieci comuni. Queste ultime dovrebbero essere oggi 750 circa (27.715 in tutta l’Emilia-Romagna), ma il dato aggiornato verrà diffuso dall’Ausl soltanto oggi. Una trentina sono ricoverati nei reparti ospedalieri (837 il totale in regione), vale a dire un terzo di quelli registrati a dicembre 2020. Quattro (numero stabile ormai da alcuni giorni) i pazienti in terapia intensiva (82 in tutta l’Emilia-Romagna), vale a dire un quarto rispetto allo scorso anno.

"I tassi epidemici mostrano il contributo relativo delle persone non vaccinate nell’attuale fase della pandemia – osserva il dg Rossi nel suo report settimanale –. Il tasso di incidenza di infezione Covid tra i non vaccinati continua ad essere (di più di tre volte) più elevato del tasso di incidenza tra i vaccinati. Il numero di decessi continua ad essere molto contenuto, neanche lontanamente paragonabile a quello riscontrato nello stesso periodo dello scorso anno". In altre parole, il confronto con la situazione di dicembre 2020, "anche se distorto dalla presenza di varianti virali più aggressive e da condizioni di mobilità degli individui oggi molto più intensa", mostra secondo il dg Rossi "un significativo miglioramento per tutte le variabili oggetto di misurazione (incidenza di infezione, stato di malattia, ricovero ordinario, ricovero in terapia intensiva, mortalità specifica) che deve essere per intero attribuito al successo della campagna vaccinale".