Obbligo giusto Ma occorre investire di più

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Stefania

Palladino*

La scuola, relegata nuovamente nel dimenticatoio della politica, viene ormai menzionata solo per le mascherine; sono tramontati anche i dibattiti sui banchi con le rotelle e i tuttologi nostrani si sono reinventati strateghi di geopolitica.

Personalmente ho sempre creduto nell’utilità della mascherina, specialmente nei luoghi chiusi e affollati, e avrei continuato ad indossarla in ogni caso anche a fronte di una sola raccomandazione.

Stavolta, dinanzi al rinnovato obbligo, ci si ritrova a dover gestire un po’ di insofferenza e malumore tra chi sperava in un addio alla mascherina e chi, contestandola sin dall’inizio, fatica a comprendere ed accettare tale decisione.

L’obbligo fino al termine dell’anno scolastico è una giusta tutela per gli istituti scolastici e chi li vive quotidianamente, studentesse e studenti, personale docente e non docente. Purtroppo per assicurare il buon andamento dell’attività scolastica e creare un ambiente controllato e idoneo a fronteggiare emergenze come quella ancora in corso non basta indossare un dispositivo di protezione o improvvisare distanziamenti in aule a ridotta capienza. Sarebbe ora di mettere davvero la scuola al centro del dibattito politico, partendo da un maggior coinvolgimento e ascolto di chi la scuola la fa e la conosce profondamente. Occorrerebbe un piano di investimenti reale per la formazione delle future generazioni.

Per chi opera nel mondo della scuola è triste e avvilente assistere ogni anno ai tagli degli organici per mancanza di risorse. L’unico retaggio della pandemia non può e non deve essere l’ausilio di una mascherina.

*docente Scarabelli-Ghini