Imola, investe e uccide un ragazzo. Arrestato per omicidio: "Volevo solo fermarlo"

Il legale: "Una manovra sbagliata, il mio assistito è sconvolto. La sua intenzione era solo quella di parlare con il 24enne dopo la rissa"

Vincenzo Iorio, meccanico di 43 anni, in una foto a Napoli, sua città d'origine

Vincenzo Iorio, meccanico di 43 anni, in una foto a Napoli, sua città d'origine

Imola (Bologna), 7 gennaio 2020 - «Non volevo assolutamente ucciderlo, ma soltanto fermarlo per fargli capire che doveva lasciare stare mio figlio e smetterla di minacciarlo. Sono sconvolto". Sono le parole a caldo che Vincenzo Iorio ha pronunciato davanti agli agenti del commissariato e al pm che lo hanno interrogato pochi minuti il tragico investimento in via Mameli

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Il tutto per alcune minacce di morte pronunciate dal marocchino nei confronti del figlio di Iorio. A spingere il 43enne a cercare nuovamente El Fatine pare infatti sia stata una telefonata molto concitata del figlio che avrebbe riferito appunto di essere stato nuovamente minacciato dal marocchino per la questione del telefonino sottratto, un iPhone di nuova generazione che lo straniero gli aveva rubato venerdì. Furto che aveva poi innescato, quelo stesso giorno, la rissa fra il padre del 17enne e lo straniero. Domenica però El Fatine e il figlio di Iorio si erano incontrati per caso e a quel punto sarebbero scattate le minacce, con la successiva telefonata del ragazzo al padre.

"Il 24enne – riferisce il legale del 43enne – ha incontrato di nuovo il ragazzo e l’ha minacciato di morte, dicendo che l’avrebbe fatta pagare anche al padre responsabile di averlo aggredito due giorni prima". E così Iorio, preoccupato che potesse accadere qualcosa di grave al figlio, si è messo ancora una volta sulle tracce dello straniero. Sarebbe stato lo stesso Iorio ad avvisare con un’immediata telefonata le forze dell’ordine di quanto stava succedendo. Un’affermazione che, ovviamente, sarà vagliata dagli inquirenti.

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Iorio  è comunque sotto choc. Ha travolto quel ragazzo in una via piuttosto buia e in preda a una forte agitazione. Da un primo racconto agli inquirenti emerge che la sua intenzione fosse semplicemente quella di sbarrargli la strada, ma, viste anche le ridotte dimensioni della carreggiata, avrebbe probabilmente sbagliato manovra, provocando poi la tragedia. Tutti dettagli che saranno verificati dagli inquirenti nelle prossime ore.

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Iorio, a quanto pare, stava raccogliendo testimonianze di altri giovani che avevano avuto problemi con El Fatine ed era sua intenzione procedere con alcune denunce. Probabilmente il 24enne ne è venuto a conoscenza e sono seguite le successive minacce ai danni del figlio di Vincenzo". Un altro dettaglio che sarà verificato con molta attenzione dagli inquirenti già nelle prossime ore. "Il mio assistito – conclude Sebastiani – è andato ad autodenunciarsi in commissariato e, dopo aver investito il 24enne, ha chiamato subito i soccorritori del 118. E’ consapevole della gravità dell’accaduto, ma sarebbe un grave errore dire che ha agito a sangue freddo per uccidere di proposito quel ragazzo. Attendiamo con serenità lo sviluppo delle indagini e poi valuteremo la strategia da adottare".

Ieri mattina, intanto, in via Mameli, è stato un viavai continuo di persone che hanno voluto vedere il luogo in cui si è consumata la tragedia. Difficile vedere evidenti tracce di frenata data la tipologia della strada. Si scorge invece con chiarezza il punto esatto in cui è finito il corpo del ragazzo. La violenza dell’urto ha infatti scheggiato il muro a lato della strada. E lì che in una fredda serata di inizio gennaio si è consumata una tragedia che continuerà a fare discutere ancora per molto.