Ora la carrozzeria si paga anche con i Bitcoin

Lo staff di Augusta lancia un sistema di pagamento con la criptovaluta e punta a nuovi servizi per i lavoratori. Ravaglia: "Giusto innovare"

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Lo staff della carrozzeria Augusta in posa nell’orto aziendale Saranno loro stessi a coltivarlo

di Gabriele Tassi

Le scocche lucide e i colori scintillanti non si pagano più solo strisciando la carta di credito. Il Bitcoin, la criptovaluta che sta scuotendo dalle fondamenta il mondo del denaro arriva anche alla Carrozzaria Augusta, dal 1966 il ’salone di bellezza’ castellano per tutto ciò che ha un motore. Sì, perché da una settimana a questa parte, una riparazione, una lucidatura, o anche un semplice lavaggio si possono pagare utilizzando la moneta virtuale che tanto fa discutere il web. "Siamo una delle poche carrozzerie in regione ad aver implementato i pagamenti tramite Bitcoin – spiega il titolare e socio fondatore Riccardo Ravaglia –. Un’opportunità che ci è stata offerta grazie alla collaborazione con la piattaforma ’Tinkl.it’ e che abbiamo deciso di cogliere al volo, per allargare il ventaglio della nostra clientela". In pratica il portale "non fa altro che accettare la criptovaluta dal cliente (il quale paga una piccola commissione), per poi ’convertirla’ in soldi reali, ovvero quelli che arrivano nelle nostre casse. Il tutto senza costi aggiuntivi per noi". Una pratica ancora non diffusissima al di fuori di Internet quella delle transazioni in Bitcoin, ma che – per molti – potrebbe rappresentare ciò che il denaro sarà nei prossimi decenni, o forse anche solo anni.

Un passo verso il futuro del mondo dei pagamenti, mentre un piede dell’azienda specializzata nella riparazione dei veicoli del segmento premium resta comunque agganciato alla tradizione, quella della terra. Augusta sarà infatti fra le prime carrozzerie ad avere un orto aziendale. "Abbiamo pensato di mettere a disposizione dei nostri dipendenti (in totale una quarantina, ndr) un pezzo di terreno, già arato e disossato, dove potranno piantare la loro verdura, coltivarla e farla crescere nei loro momenti liberi" spiega il titolare. Qui si parla di welfare, non c’è dubbio, perché i ’ragazzi’ dell’Augusta potranno poi portare a casa e gustarsi il frutto del loro lavoro. "Oltre alla terra avranno a disposizione l’acqua del pozzo – aggiunge Ravaglia –, a prescindere dal vantaggio della produzione in proprio ritengo che un’attività del genere possa fare molto bene ai dipendenti, creando cameratismo, all’aperto e in sicurezza, in un periodo in cui l’unica alternativa al lavoro è stare chiusi in casa". La carrozzeria castellana, da tempo incoraggia il consumo di frutta e verdura tra i suoi giovani ragazzi (l’età media dei lavoratori è infatti intorno al 32 anni appena). "Nel tempo abbiamo stretto accordi anche con aziende locali, le quali portavano cestini con i loro prodotti. Ma adesso, tramite questo orto autogestito, ci ringrazierà anche l’ambiente". Poche timide adesioni all’inizio, che poi si sono tramutate nella quasi totalità dei dipendenti, e ora quasi ogni lavoratore avrà il suo orticello da seguire.

Una medaglia in cui entrambe le facce sono facce buone. Da un lato il futuro del pagamento tramite i bitcoin, dall’altro un’azienda che investe sui dipendenti, riavvicinandoli a quelle che sono le origini del lavoro, a quella terra da dove tutto nasce.