Imola, scatta l’ordinanza anti-zanzare

Trattamenti obbligatori per i cittadini, multe a chi sgarra

Le malattie trasmesse dalle zanzare hanno fatto molte vittime

Le malattie trasmesse dalle zanzare hanno fatto molte vittime

Imola, 23 aprile 2019 - Scatterà dal 25 aprile la lotta serrata alle larve di zanzara. Il Comune ha infatti emesso un’apposita ordinanza, a firma della sindaca Manuela Sangiorgi, «per la prevenzione e il controllo delle malattie trasmesse da zanzara tigre (aedes albopictus) e zanzara comune (Culex spp)». Febbre da Chikungunya e West Nile stanno infatti diventando malattie sempre più diffuse nel nostro territorio ed è quindi necessario prestare la massima attenzione. Tali fenomeni, spiegano infatti dal Comune, «comportano un grave pericolo incombente, di dimensioni tali da costituire una concreta ed effettiva minaccia per la salute dei cittadini». Una minaccia tale da «provvedere con urgenza alla regolamentazione e all’imposizione di prescrizioni idonee a prevenirne e limitarne la diffusione».

L’intervento principale per la prevenzione di queste malattie è la massima riduzione possibile della popolazione delle zanzare, ed è pertanto necessario rafforzare la lotta alle zanzare, agendo principalmente «con la rimozione dei focolai larvali e con adeguati trattamenti larvicidi». L’ordinanza prevede che per contrastare il fenomeno della presenza di zanzare, quando si manifestino casi sospetti od accertati di Chikungunya, Dengue, Zika, West Nile o in situazioni di infestazioni localizzate di particolare consistenza con associati rischi sanitari, il Comune effettui direttamente trattamenti adulticidi, larvicidi e di rimozione dei focolai larvali in aree pubbliche e private, provvedendo, se necessario, a ulteriori ordinanze.

Tocca però ai cittadini che abbiano l’effettiva disponibilità di aree all’aperto dove esistano o si possano creare raccolte d’acqua meteorica o di altra provenienza «effettuare i trattamenti larvicidi con decorrenza dal 25 aprile al 31 ottobre, in relazione all’andamento climatico».

Gli stessi cittadini, inoltre, devono evitare l’abbandono definitivo o temporaneo negli spazi aperti pubblici e privati, di contenitori di qualsiasi natura e dimensione nei quali possa raccogliersi acqua piovana, ed evitare qualsiasi raccolta d’acqua stagnante anche temporanea; procedere, dove si tratti di contenitori non abbandonati, alla eliminazione o se questo non è possibile, allo svuotamento continuo dell’eventuale acqua in essi contenuta e alla loro sistemazione in modo da evitare accumuli idrici a seguito di pioggia; diversamente, procedere alla loro chiusura mediante rete zanzariera o coperchio a tenuta o allo svuotamento giornaliero, con divieto di immissione dell’acqua nei tombini.

I cittadini devono inoltre «trattare l’acqua presente in tombini, griglie di scarico, pozzetti di raccolta delle acque meteoriche, e qualunque altro contenitore non eliminabile (comprese fontane e piscine non in esercizio) ricorrendo a prodotti di sicura efficacia larvicida a base di Igr, film siliconico, oppure privilegiando prodotti biologici. La periodicità dei trattamenti deve essere congruente alla tipologia del prodotto usato, secondo le indicazioni riportate in etichetta, provvedendo alla ripetizione del trattamento in caso di pioggia. Devono essere trattati anche i tombini che non sono all’aperto, ma sono comunque raggiunti da acque meteoriche o di altra provenienza che, in alternativa, vanno chiusi. I cortili, poi, vanno tenuti liberi dalle erbacce e vanno svuotate le fontane e le piscine non in esercizio o eseguire adeguati trattamenti larvicidi. Occorre inoltre evitare che si formino raccolte d’acqua in aree di scavo, bidoni, pneumatici, e altri contenitori.

All’impegno richiesto ai privati corrisponde un altrettanto massiccio impegno previsto dal Comune che ha affidato alla ditta Sireb di Modena l’incarico di effettuare i trattamenti nelle aree di propria competenza. Nello specifico verranno tratte circa 20 mila caditoie su tutto i territorio comunale, il tutto ripetuto per sei cicli completi di trattamento. Per le violazioni è prevista la sanzione amministrativa da un minimo di 25 euro a un massimo di 500.