"Organici carenti, l’Ausl deve assumere"

Cisl e Cgil incalzano l’Azienda: "Sa benissimo dove manca il personale e cosa serve per tagliare le liste d’attesa"

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Il piano dell’Ausl per ridurre le liste d’attesa (in primis attraverso il reclutamento di ulteriore personale e poi tramite più accordi con il privato convenzionato) non convince i sindacati, che anzi incalzano l’Azienda sanitaria proprio sulle ormai croniche carenze di organico all’ospedale Santa Maria della Scaletta. Giovedì, dopo la presentazione in sede di Conferenza territoriale socio-sanitaria metropolitana del documento messo a punto per migliorare almeno in parte una situazione resa ancora più drammatica dal Covid, era stato Giuseppe Rago (segretario della Funzione pubblica della Uil imolese) a manifestare le proprie perplessità. Ieri è toccato invece ai rappresentanti di Cgil e Cisl protestare.

"Non ci basta quanto scaturito dall’incontro in Ctssm che, per prendere tempo, vuole attivare incontri per definire settore per settore dove manca il personale – avvertono dalla Cgil Mirella Collina (segretaria generale della Camera del lavoro di Imola), Erika Ferretti (Funzione pubblica) e Sauro Dal Pane (Pensionati) –. Le Ausl sanno molto bene quanto personale manca e se non lo sanno possono ascoltare le organizzazioni sindacali che ogni giorno ricevono segnalazioni di aiuto dagli operatori e dai cittadini del territorio. Non c’è più tempo: è necessario un piano di assunzioni ben definito e in tempi velocissimi".

Spinge in questo senso anche la Cisl, con il segretario della Funzione pubblica dell’area metropolitana bolognese, Stefano Franceschelli. "In queste settimane si sono moltiplicate le segnalazioni dei lavoratori a cui viene chiesto il doppio turno senza rispetto delle undici ore di riposo in maniera sistematica solo per assicurare la ordinaria rotazione delle ferie – protesta Franceschelli –. Una situazione drammatica che oramai riguarda la maggioranza delle unità operative: Medicina, Ortopedia, Chirurgia, Area Emergenza. La Ausl di Imola registra un saldo negativo di unità di personale nel confronto fra il 2021 e il 2022 di sette unità (da 1.961 a 1.954 totali): ciò significa che alla prima assenza non programmata, oggi incrementate per via delle positività al Covid, il sistema va in tilt".