Palazzo di Varignana, la viticoltura nel futuro

Il resort punta sulla produzione di vino, già a dimora cinquanta ettari di vigneti: "Così uniamo amore per l’ambiente e sviluppo"

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di Claudio Bolognesi

Dopo il successo mondiale ottenuto dall’olio, Palazzo di Varignana entra nel mondo del vino.

Il progetto di Agrivar, l’azienda agricola di Palazzo di Varignana, è stato presentato in un lungo pomeriggio con visita ai 50 ettari di viti messe a dimora sulle splendide colline che fanno da sfondo e cornice al resort.

Colline che possono ora essere ammirate, rigorosamente con un calice di vino in mano, dalla terrazza creata appena sotto la nuovissima cantina presentata per l’occasione al mondo della stampa e dei social.

"Una parte importante delle mie passioni personali per la natura è da tempo diventata l’occasione per lasciare un’eredità al futuro – spiega Carlo Gherardi, il fondatore di Palazzo di Varignana –: l’agricoltura, l’agronomia, l’amore per la terra mi ha spinto in questi anni a cercare un nuovo equilibrio tra paesaggio e bellezza, mettendo a dimora antiche varietà d’olivo, collezioni di alberi rari, mandorleti e frutti dimenticati; coltivazioni di zafferano o di goji; orti di erbe aromatiche".

"Oggi – prosegue Gherardi – presento un nuovo capitolo di questo desiderio di natura, cultura, bellezza e sapore. Il progetto enologico di Palazzo di Varignana ci spinge ancora una volta a unire la tecnica con la sensibilità per dare vita a una linea di vini bianchi e rossi, che avremo la pazienza di accompagnare nella loro maturazione".

E pazienza ne hanno avuta tanta, Gherardi e i suoi collaboratori più stretti, nell’attendere che i 150 mila ulivi piantati proprio su quelle colline dove erano scomparsi da più di 200 anni, cominciassero a dare i primi frutti.

"Mi davano del folle", ha confessato sottovoce Gherardi, senza nascondere un orgoglioso sorriso per i risultati poi conquistati. Ebbene, se l’olio di Palazzo Varignana ha ottenuto riconoscimenti in tutto il mondo, ambizioso per forza e per amore è anche il nuovo progetto enologico di Palazzo di Varignana.

Un progetto che muove i primi passi nel 2017 sotto la guida dell’enologo Giovanni Sordi, ed inizia con la messa a dimora di alcuni vitigni storici del territorio come il Sangiovese, ai quali poi si è aggiunto il Pinot Nero, per realizzare il desiderio di produrre uno spumante metodo classico blanc de noir.

I vini, dal Pinot Nero IGT Rubicone al Sangiovese Superiore Romagna Doc, passando per il Chardonnay IGT Rubicone e il Villa Amagioia Spumante metodo classico brut, verranno prodotti senza solfiti aggiunti nell’ampio spicchio di cantina semi ipogea realizzata tra l’Anfiteatro della vigna e il sistema di dimore storiche del resort di Palazzo di Varignana, una cantina che avrà vasche in cemento per la vinificazione dei vini fermi e vasche di acciaio per l’elaborazione delle basi spumante.

E che sarà anche luogo di condivisione e conoscenza dei vini nello spazio aperto al pubblico e dedicato alle "Esperienze in cantina" , degustazioni di vini accompagnati dai prodotti di Palazzo di Varignana da godersi sentendosi al centro di un paesaggio di rara e straordinaria bellezza.