Palco, ingressi e collina: cantiere autodromo

Si lavora senza sosta per accogliere gli 86mila spettatori del concerto del Blasco di sabato. Gli addetti alla sicurezza saranno 400

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di Enrico Agnessi

Entra nel vivo, a tre giorni dall’evento che segnerà l’inizio della grande stagione dei concerti dell’Autodromo, il cantiere all’Enzo e Dino Ferrari. Operai sono al lavoro, in queste ore, in vari punti dell’impianto. Bisogna fare spazio in corrispondenza degli accessi al circuito, innanzitutto, dove si presenteranno in 86mila. E dunque avanti con l’allestimento della tradizionale pedana in via Malsicura, dove entreranno a piedi i possessori di un biglietto per il paddock (ingresso viale Dante).

L’altro accesso è invece in via dei Colli, varco dal quale transiteranno quanti si accomoderanno sulla Rivazza. In cima alla collina della passione, si prosegue con il ripristino di quelle sedute che non hanno retto al passaggio del popolo della Formula 1. In particolare, in questa fase vengono sistemate delle grossi travi di legno sotto gli inconfondibili (e ormai stagionatissimi) seggiolini verdi, in modo da garantire una migliore stabilità al tutto.

E poi, nel cuore del paddock, tutti al lavoro per sua maestà: il palco. Ideato da Gio’ Forma, arriva da Trento. È gigantesco, alto come un palazzo di nove piani: 90 metri di larghezza, 28 di altezza e 26 di profondità. Serviranno 220 tonnellate di zavorre di cemento per stabilizzare le strutture dal vento, più 18.500 litri di acqua immessa dentro le basi delle torri per stabilizzare la struttura. Per quanto riguarda le luci, previsti 1.500 corpi Illuminanti. Venendo invece al suono, la potenza totale del sistema audio sarà di 750mila watt. Spazio poi a 20 torri di ritardo audio alte fino a 18 metri e a quattro schermi video alti 14 metri. Gli autoarticolati coinvolti nello show, in fila in autostrada, formerebbero un convoglio lungo oltre tre chilometri. Si parla di oltre 200 persone al seguito tra produzione e staff dell’artista più 6080 addetti locali. Circa 400, invece, gli addetti alla sicurezza all’interno dell’impianto.

E poi c’è la parte di organizzazione che spetta invece al Comune, in collegamento con le forze dell’ordine. Già alcuni giorni fa, per garantire un deflusso del pubblico il più ordinato possibile, in concomitanza con la partenza dalla stazione ferroviaria dei nove treni speciali notturni che dopo lo show riporteranno a casa una parte dei fan, si era parlato della creazione di percorsi obbligati. E si è scoperto che solo di transenne e dissuasori, che oltre a regolamentare l’accesso nella zona della stazione serviranno per chiudere anche tutte le altre strade interessate dalla manifestazione, si spenderanno oltre 25mila euro.

A questi bisogna poi aggiungere i 3mila euro e rotti che serviranno al noleggio e al posizionamento di ulteriori transenne in corrispondenza dei presidi fissi concordati con le forze dell’ordine, al noleggio dei bagni chimici lungo il percorso Autodromostazione, al servizio di pulizia bagni, alla realizzazione di segnaletica per il deflusso e per il servizio di illuminazione dei presidi fissi. Insomma, una macchina organizzativa imponente che servirà a riportare la grande musica rock a Imola a quasi un quarto di secolo di distanza dal primo Heineken Jammin’ Festival e vari anni dopo gli show di AcDc (2015) e Guns N’ Roses (2017).