Omicron 5, Peroni: "La variante Covid più contagiosa"

Il direttore della Sanità pubblica dell’Ausl: "Positivo un test su quattro, mai così prima". Vaccinazioni: chiude l’hub all’ospedale vecchio

Gabriele Peroni, direttore del dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl imolese

Gabriele Peroni, direttore del dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl imolese

di Gabriele Tassi

Sin dai primi mesi della pandemia il Covid era sembrata una malattia come nessun’altra. Adesso va ancora una volta contro la ’regola’ dei virus respiratori "la circolazione continua anche con il caldo" descrive il direttore della Sanità pubblica dell’Ausl, Gabriele Peroni. E i numeri sono importanti.

I casi risalgono a vista d’occhio, la nuova ondata è più concreta che mai?

"In particolare nell’ultima settimana abbiamo avuto un incremento di contagi pari a 550 ogni diecimila abitanti. Su quota giornaliera i positivi sono aumentati di circa il 40 per cento. Altro dato di rilievo è che circa un quarto dei tamponi eseguiti risulta positivo: un valore che non abbiamo mai raggiunto con le ondate precedenti. Possiamo dirlo: attualmente Omicron BA5 è la variante più contagiosa di tutte".

L’impatto sull’ospedale c’è? Quanto vi preoccupa?

"L’impatto c’è, ma è fisiologico con l’aumento dei contagi. Al momento la circolazione del virus è a livello endemico, ovvero fa più ’numeri’ che ’danni’ veri e propri. Il Covid, come tutti virus a Rna si assortisce e muta con grande facilità, diversamente da quelli a Dna (come varicella e vaiolo, ndr). Abbiamo una condizione di incremento importante e un indice di replicazione diagnostica cresciuto ancora, senza dimenticare tutto il ’sommerso’, ovvero quei tanti tamponi casalinghi di cui potremmo non avere traccia".

Siamo nella stagione dei grandi eventi, fra gare e concerti fino a questo momento quanto possono aver influito?

"Sarebbe troppo facile incolparli per via della grande calca di spettatori. E’ vero che qui in Romagna i casi crescono in modo particolare, ma sta accadendo anche in altre parti d’Italia. Dal ministero è poi è arrivato lo stop ai limiti di pubblico: attualmente come Ausl stiamo lavorando soprattutto all’impianto organizzativo dei grandi eventi, ma non dal punto di vista pandemico. Piuttosto per il deflusso degli spettatori, per le misure di sicurezza e per il supporto sanitario in caso di malori".

Con una variante così contagiosa il vaccino gioca ancora un ruolo fondamentale?

"La necessità principale è quella di avere una versione il più aggiornata possibile del preparato. Al momento Pfizer e Moderna sono al lavoro su questo aspetto affinché si arrivi all’autunno con delle buone armi a disposizione per affrontare eventuali problemi".

Quarta dose per tutti o solo per le categorie a rischio e per i sanitari?

"La circolazione del virus estiva lascia molti interrogativi sul futuro. Senza dubbio occorrerà lasciare ai sanitari una finestra temporale utile perché possano fare la vaccinazione più aggiornata, senza accavallarsi con la somministrazione della quarta dose".

Come vi state muovendo a livello organizzativo?

"Al momento la quota di vaccinazioni è fisiologicamente più bassa. Si va verso la chiusura del padiglione 12 dell’Ospedale vecchio, che rimarrà attivo solo come centro per i tamponi e i test Covid. Da lunedì prossimo la parte delle vaccinazioni verrà trasferita al primo piano della Sanità pubblica. Contemporaneamente, partiremo con il recupero di alcune profilassi ’lasciate indietro’ con il Covid. Da recuperare, per quanto riguarda Papilloma virus ed Herpes zoster ci sono ben tre corti di nascita: parliamo di circa 4.500 persone".