Pietro Grisologo, vescovo e santo dalle parole d’oro

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Pietro nacque ad Imola alla fine del IV secolo dell’era cristiana, fu battezzato ed educato dal vescovo Cornelio, che poi lo avviò a studi letterari e giuridici a Ravenna e a Bologna. Ordinato diacono sempre da Cornelio, lo affiancò durante il suo episcopato. Nel 433 venne consacrato vescovo di Ravenna, dal Papa in persona, Sisto III, quando la città era capitale dell’Impero romano d’Occidente. Dal 430 Ravenna era diventata anche sede metropolitana ed aveva giurisdizione su tutte le diocesi da Forlì a Piacenza. A ricordare quei tempi, nel Museo arcivescovile di Ravenna è conservato un dipinto di Felice Giani che racconta come avvenne la scelta di Pietro Crisologo come vescovo di Ravenna. Nella Vita di Sant’Apollinare, Andrea Agnello descrive come in sogno il pontefice Sisto III ricevette la visita di San Pietro e Sant’Apollinare che gli suggerirono di eleggere come vescovo di Ravenna l’allora diacono Pietro della diocesi di Forum Cornelii, di qui l’ispirazione della predetta tela di Felice Giani. Pietro fu soprannominato Crisologo (dal greco, “dalle parole d’oro”) per la pietà dimostrata e l’ammirazione dei fedeli, che lo stimarono grazie alle capacità di oratore e alla sua eloquenza pastorale. Sappiamo inoltre che godette della protezione dell’imperatrice Galla Placidia e della fiducia di papa Leone I. Le notizie sulla storia del vescovo purtroppo sono piuttosto lacunose ed incerte, comunque sono giunti sino ad i nostri giorni circa 180 dei suoi sermoni, le sue opere furono pubblicate dapprima da Agapito Vicentino (Bologna, 1534) e, successivamente da Domenico Mita (Bologna, 1634) e Sebastiano Paoli (Venezia, 1775). Molte omelie furono tradotte in tedesco da Marcellus Held Kemptena a fine ‘800. Pietro morì il 2 dicembre 450, ed il suo sarcofago si trova nella navata di sinistra della cripta del duomo di Imola.

A cura di Andrea Podestà