Piscina chiusa, odissea per i giovani nuotatori

Le famiglie costrette a organizzare staffette per portare i figli ai corsi. "I tempi si sono dilatati moltissimo, e rischia di risentirne lo studio"

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Le staffette per raggiungere le piscine di altri comuni della provincia, cercando di far combaciare i tempi e gli impegni con quelli degli altri genitori. È una corsa ad ostacoli quella che raccontano le mamme dei bambini e dei ragazzi che ormai da settimane non possono più frequentare la piscina di Castel San Pietro, considerata inagibile a metà settembre.

Tante difficoltà e, soprattutto, un’amarezza non nascosta perché, dicono, "si poteva e si doveva evitare di arrivare a questo punto". E ciò che ancor più fa arrabbiare è stata la chiusura "senza preavviso alcuno, dall’oggi al domani". Una delusione che si può perfettamente riassumere con una frase pronunciata da una mamma di un ragazzo di 14 anni: "I nostri figli escono da 2 anni di pandemia che li ha segregati in casa, li ha costretti a chiudersi, a nascondersi dietro le mascherine anche in piscina. Chiudere l’impianto (doveroso se pericoloso e pericolante) ma senza dare loro una valida e veloce alternativa, li lascia senza parole. Ho chiesto a gran voce che li si guardasse negli occhi per dire loro che la piscina a Castello se la devono dimenticare, ma nessuno ha avuto (e avrà) il coraggio di farlo". E dire che, quasi fosse una beffa, "la settimana precedente alla chiusura i bambini erano tutti in sfilata alla Carrera, a pubblicizzare il nuoto di Castel San Pietro, insieme a tutte le altre società sportive, per testimoniare che lo sport fa bene al corpo ma soprattutto allo spirito".

"Faccio l’infermiera – esordisce un’altra mamma – , e il disagio per me è grandissimo, lavorando spesso il pomeriggio. Col nuoto a Castel San Pietro, una mano la davano anche i nonni per accompagnare i nipoti. Ora si può solo fare affidamento su quelle mamme che hanno il pomeriggio libero o su chi fa i turni". E c’è anche chi è molto poco tenera con l’amministrazione comunale: "Sono mamma di due ragazzine frequentanti da anni la piscina di Castel San Pietro, una piscina che può contare su personale molto professionale, educato, umano, amato da tutti i ragazzi. Sono molto amareggiata ed arrabbiata con l’amministrazione comunale che ha ben pensato di effettuare i controlli di agibilità solo ad inizio corsi e addirittura a rette già pagate da tanti genitori come me!".

Fa pensare, poi, un’altra testimonianza raccolta sempre nei giorni scorsi. "Ci sono ragazzi e ragazze che hanno abbandonato il nuoto agonistico proprio a causa di questo disagio. Come un compagno di mia figlia". Disagio che si ripercuote, quello del trasferimento in altre piscine, molti a Imola, alcuni ad Ozzano, anche sulla scuola. "La realtà è che il tempo necessario per un allenamento, considerando il viaggio, si è molto dilatato, ed è inevitabile che questo rischi di incidere negativamente sul rendimento scolastico. Prima delle 18.30, infatti, mia figlia non riesce a ‘mettersi sui libri’, e facendo un liceo si può ben capire quale problema costituisca".

Claudio Bolognesi