Pista ciclabile, costi giù con l’asfalto riciclato

Due tratti del percorso di viale Cappuccini realizzati con il 100% della vecchia pavimentazione. "Enormi benefici e risparmi ambientali"

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Due tratti della pista ciclabile in viale Cappuccini, per un totale di quasi 150 metri, realizzati recuperando il 100% della vecchia pavimentazione. Asfalto riciclato, in pratica, recuperato grazie a una tecnologia moderna e sostenibile, che promette un risparmio dei costi. La novità, presentata ieri mattina, arriva da Iterchimica, azienda leader nell’applicazione dei principi di economia circolare nel settore degli asfalti. L’intervento è stato messo a punto in collaborazione con il Comune, l’Università di Bologna, Area Blu, Cti e Simex.

Iterlene, questo il nome dell’innovativa tecnologia, consente di ottenere numerosi benefici dal punto di vista ambientale. Rispetto a una pavimentazione realizzata con metodologia tradizionale, infatti, si risparmia il 100% di materie di primo utilizzo (non c’è nessuna aggiunta di bitume o di aggregati da cave quali ghiaia, ciottoli e sabbia). Inoltre, vengono abbattuti del 65% le emissioni di Co2 equivalente e i relativi consumi energetici.

Si produce asfalto (per ciclabili, ma anche manutenzione stradale) partendo dal 100% del materiale riciclato senza aggiunta di bitume o aggregati di primo utilizzo, a temperatura ambiente anziché alle elevate temperature (circa 160-180°C). I benefici? Un notevole risparmio energetico, una sostanziale riduzione delle emissioni atmosferiche e odorigene, un miglioramento delle condizioni di lavoro per gli addetti alla produzione e alla posa in opera e un minore impatto per i residenti delle zone limitrofe al cantiere. Inoltre, l’impiego della tecnologia consente la riduzione del numero dei mezzi utilizzati per i trasporti perché le materie prime non devono viaggiare (il bitume dalla raffineria e gli inerti dalle cave).

"Questa tecnologia garantirà enormi benefici e risparmi ambientali – assicura Federica Giannattasio, amministratore delegato di Iterchimica –. E mi auguro che possa essere utilizzata in futuro per ulteriori interventi relativi a piste ciclabili e, più in generale, per la manutenzione stradale".

Lo stesso auspicio di Valeria Vignali, docente del Dipartimento di ingegneria civile, chimica, ambientale e dei materiali dell’Università di Bologna, che ha partecipato al progetto. "Mi auguro che da questa sperimentazione si possa proseguire nello sviluppo di questi e altri importanti temi – aggiunge Vignali – che vedono l’innovazione e la ricerca come laboratorio di idee per la mobilità sostenibile, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030".

Da parte loro, il sindaco Marco Panieri e l’assessora all’Ambiente e alla Mobilità sostenibile, Elisa Spada, rimarcano come il Comune creda "fortemente nella collaborazione con enti di ricerca e Università per fare della ricerca applicata il motore dell’innovazione all’interno delle proprie azioni. Apprezziamo il fatto – concludono – che la sperimentazione preveda di rigenerare la pavimentazione già presente in loco, evitando quindi spostamenti di materiali e quindi mezzi da e verso l’area di cantiere, riducendo così fortemente l’impatto di CO2 prodotta dagli stessi".