Più personale e accordi con i privati L’Ausl vuole tagliare le liste d’attesa

Il piano dell’Azienda sanitaria è stato presentato in Conferenza metropolitana a Bologna . Rago (Uil): "Quadro tragico, l’eccellenza del passato è ormai un ricordo. La situazione peggiorerà"

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di Enrico Agnessi

Prescrizioni più appropriate, incremento dell’offerta (anche grazie al potenziamento del personale) e soprattutto collaborazione con il privato accreditato. Eccoli qui i pilastri del piano operativo varato dall’Ausl per lo smaltimento delle liste d’attesa allungate in maniera drammatica dal Covid. Il documento è stato presentato ieri in sede di Conferenza territoriale socio-sanitaria metropolitana.

Per quanto riguarda la cosiddetta "appropriatezza prescrittiva", ci saranno incontri formativi con i medici di medicina generale in riferimento soprattutto a tre categorie di prestazioni: risonanza magnetica osteoarticolare, visita oculistica e visita pneumologica.

Venendo invece al "reintegro dell’offerta", le azioni in programma prevedono attivazione di sedute ambulatoriali aggiuntive, revisione delle agende tenendo conto dei volumi di attività pre-Covid e arruolamento di personale medico specialista (dipendente o convenzionato) "a copertura delle aree di attività con offerta non sufficiente". In questo caso, i settori maggiormente interessati sono oculistica, pneumologia e gastroenterologia.

Infine, gli accordi con il privato accreditato per revisione dei volumi, attivazione dei percorsi di completamento diagnostico (già in essere per alcune prestazioni), invio diretto alla valutazione di II livello e percorsi sperimentali di presa in carico. A completare il quadro, l’Ausl annuncia un ampliamento delle attività di telemedicina e, dal punto di vista dell’informatizzazione, un migliore monitoraggio dei flussi di dati.

"Il quadro sulle liste d’attesa accumulatesi durante il periodo della pandemia con tantissime prestazioni erogate oltre, ben oltre, i tempi di attesa stabiliti con gli accordi regionali è tragico – sintetizza il coordinatore locale della Uil, Giuseppe Rago –. Le misure che le Aziende Usl intendono mettere in campo sono una maggiore spinta verso le strutture private convenzionate. Se ciò può essere di aiuto per diminuire i tempi di attesa, non può che essere provvisoria come soluzione. La sanità pubblica tale deve rimanere".

Secondo Rago, tuttavia, "bisogna avere il coraggio di uscire dai palazzi della politica e dai tavoli dei confronti dicendo chiaramente che oggi la sanità regionale non riesce più a garantire le eccellenze possibili fino agli anni scorsi". Il problema di base, nella ricostruzione del numero uno della Uil locale, rimane la carenza di organico. "Tra il periodo estivo con le ferie e l’aumento di contagi tra il personale stesso a ottobre purtroppo non potremo che verificare un ulteriore inasprimento di questi tempi di attesa – avverte Rago –. Bisogna che ai cittadini questo sia chiaro e che ci si assuma la responsabilità di dirglielo. I dati in costante aumento degli accordi sindacali nelle aziende di tutti i settori in cui si incentiva il welfare aziendale verso le polizze sanitarie è un chiaro segnale che ormai il regime pubblico sanitario non funziona in tutta la regione".