Pullman e treni, esordio ’sereno’ per la carta verde

Pendolari pronti a esibire il lasciapassare: "Scelta giusta, così ci sentiamo tutti più sicuri"

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di Mattia Grandi

E’ andata in archivio senza criticità, anche ad Imola, la giornata d’esordio del Green pass base obbligatorio sui mezzi impiegati per il trasporto pubblico locale e regionale. Il termometro dell’umore dei passeggeri registra picchi di grande ordinarietà all’altezza della stazione ferroviaria cittadina. Un luogo di arrivi e partenze quotidiane per centinaia di pendolari diretti, per studio o lavoro, soprattutto verso il capoluogo felsineo. "Prendiamo il treno tutti i giorni perché studiamo in una delle facoltà dell’università di Bologna dislocata ad Imola – commentano Filippo, Lisa e Sanji –. Non abbiamo rilevato alcun ritardo o disservizio imputabile all’introduzione del certificato verde sui mezzi pubblici. Tutto nella norma e senza alcun specifico controllo".

Per una novità che, nonostante la loro giovane età desiderosa della massima libertà, deve mettere tutti d’accordo: "E’ sinonimo di una maggior sicurezza per noi e per gli altri – continuano –. Un provvedimento giusto sulla scia dei nuovi obblighi applicati anche ad altri contesti". Pomeriggio di tatuaggi per Kevin Vitali e Edoardo Ceroni giunti in città per poi raggiungere un esercizio specializzato nei disegni permanenti sulla pelle della vicina Casalfiumanese.

"La priorità è quella di elevare il concetto di sicurezza collettiva – recitano in coro i due giovani –. Non usiamo i mezzi di trasporto in modo continuativo ma non c’è nulla di anomalo a mostrare, su richiesta, il nostro Green pass".

Stesso approccio intermittente nell’utilizzo dei treni per l’imolese Annalisa Cantagalli. "Una stretta giusta e necessaria anche se prevedo qualche possibile problematica nel meccanismo di controllo della certificazione – spiega –. Mi sembra tutto molto chiaro. Se una persona è sprovvista del passaporto verde non può salire a bordo. Le multe, in questo caso, sono un ulteriore ed efficace deterrente".

Già, perché il Green pass alla mano occorre anche per usufruire dei sistemi di collegamento di media e lunga percorrenza e per accedere ai vagoni della metro. Idem sugli autobus e pullman adibiti a servizi di noleggio con conducente. Niente obbligatorietà per quanto riguarda, invece, taxi e minivan fino a nove posti. Unica eccezione, quelli impiegati come aggiuntivi al trasporto pubblico locale. Sui mezzi dedicati al trasporto scolastico dei minori di 12 anni, infine, non servirà il certificato neppure in caso di zona arancione. "La nuova regola è giusta ma c’è qualche falla nel sistema che non mi convince – analizza Anaclerio Gaetano che ogni giorno utilizza il treno per gli spostamenti legati al lavoro ed altro –. Bisognerebbe almeno provare la temperatura corporea ai passeggeri prima di farli salire in carrozza. Si potrebbe verificare, infatti, il caso di un possessore di Green pass febbricitante. E se questo poi dovesse risultare positivo al Covid?!". Non solo. "Nell’opera di controllo è fondamentale visionare pure i documenti per sincerarsi del congruo abbinamento tra certificato e dati anagrafici – conclude –. Un’operazione utile per scongiurare i pensieri in malafede di qualche furbetto".

Tutto meno complesso, invece, nella visione di Ilaria Forlano: "Una strettoia necessaria per blindare la nostra sicurezza – chiosa la ragazza –. Nella giornata di ieri, però, pur cambiando diversi mezzi sulla tratta Imola-Bologna non ho assistito ad alcun controllo".