Flavio
Francesconi*
La cosa che più infastidisce noi operatori è il fatto di essere ingiustamente accusati degli aumenti dei prezzi dei carburanti. Un’errata percezione popolare da sfatare in maniera definitiva perché i movimenti di tali importi sono decisi ed imposti, unicamente, dalle compagnie petrolifere che li comunicano quotidianamente ai gestori dei distributori. La categoria, che a causa di una certa divisione tra le varie sigle sindacali di rappresentanza ha perso l’occasione di dare un segnale forte del proprio malcontento con il recente sciopero rientrato in corsa, è alle prese con molte difficoltà. Dall’elevata tassazione sul carburante, uno dei reali motivi dei prezzi vertiginosi dei fluidi, alla speculazione delle stesse compagnie. Ma anche a quella confusione generata dalle norme sulle cartellonistiche informative da esporre nelle stazioni di servizio. La tabella riepilogativa con tutti i prezzi giornalieri, il differenziale tra l’erogazione servita e quella a self service e la cifra da apporre vicino ad ogni singola pompa. A tutto questo aggiungiamoci pure le nuove disposizioni governative che ci obbligheranno a mostrare, ogni giorno, un cartello con il prezzo medio stabilito dal ministero dell’Ambiente. Un’indicazione inutile che provocherà soltanto confusione tra gli utenti ed altri oneri al nostro comparto. E, come se non bastasse, in caso di violazione saranno comminate sanzioni economiche o, peggio ancora, la sospensione dell’attività in caso di recidiva. Non ritengo questa la direzione giusta per superare le criticità.
*Associato Confartigianato Bologna Metropolitana