Imola, ragazzo investito e ucciso. "È stato un omicidio premeditato"

Il gip convalida l’arresto e dispone che Iorio resti in carcere. Intanto il Governo potrebbe mandare altri agenti

Vincenzo Iorio, in carcere per l’omicidio del marocchino Mohamed Amine El Fatine

Vincenzo Iorio, in carcere per l’omicidio del marocchino Mohamed Amine El Fatine

Imola, 10 gennaio 2020 - Vincenzo Iorio resta in carcere. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Bologna, Alberto Ziroldi, in sede di udienza di convalida dell’arresto effettuato dalla Polizia la sera del 5 gennaio in seguito all’investimento e alla morte del marocchino di 24 anni Mohamed Amine El Fatine, travolto dall’auto guidata da Iorio. L’accusa di omicidio è aggravata dalla premeditazione.

"Il gip ha convalidato l’arresto – spiega il difensore di Iorio, Luca Sebastiani – e ha applicato la misura cautelare del carcere, escludendo però l’aggravante dei futili motivi. La decisione non ci sorprende, vista la pesante contestazione a carico del mio assistito e il brevissimo lasso temporale dal fatto. Il prossimo passo della difesa? Valuteremo con attenzione se rivolgerci al tribunale del Riesame, o se attendere per ripresentare istanza per gli arresti domiciliari, in tempi ragionevoli".

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Le condizioni di Iorio, in carcere alla Dozza, sono precarie. "E’ psicologicamente devastato – dice l’avvocato Sebastiani – In udienza ha risposto a tutte le domande, confermando in sostanza quanto emerso fino ad ora. Ha avuto parole di pietà per il giovane morto: Iorio non voleva fare quello che ha fatto, però si rende conto che quanto è accaduto è conseguenza di ciò che ha fatto".

La vicenda che ha portato alla morte El Fatine e in carcere Iorio si è snodata in città nei giorni immediatamente precedenti il 31 dicembre e la vigilia dell’Epifania. La Polizia sta effettuando accertamenti non solo su quanto riferito da Iorio. Sullo sfondo c’è la rapina del cellulare del figlio di Iorio (oppure un semplice furto?) effettuata, secondo Iorio, proprio da El Fatine. Poi compaiono le asserite, pesanti minacce del marocchino nei confronti del giovane, la lite in via Appia di fronte a un’osteria la sera del 3 gennaio e il tragico epilogo la sera del 5 gennaio, con l’investimento mortale di El Fatine nella stretta via Mameli. Il tutto mentre in Vincenzo Iorio crescevano l’esasperazione e l’apprensione per la sorte del figlio minacciato, come la difesa sembra abbia evidenziato in sede di udienza di convalida dell’arresto.

In questo clima, da annotare quanto accade a Montecitorio, dove, in seguito dell’omicidio e degli atti di violenza accaduti a Imola il 5 gennaio i deputati bolognesi del Pd Serse Soverini e Andrea De Maria hanno presentato, insieme con altri colleghi del Partito Democratico, un’interrogazione al Ministro degli Interni. L’atto dei parlamentari vuole "sollecitare, anche a seguito di questo drammatico episodio", la "massima attenzione che occorre riporre sulla sicurezza dei cittadini", sul territorio di Imola e sull’intero territorio metropolitano bolognese".

"Siamo soddisfatti dell’attenzione che il Governo ha confermato rispondendoci in Prima Commissione alla Camera – spiegano i deputati – Per quanto riguarda la Città Metropolitana di Bologna nel suo complesso, nel 2019 sono state assegnate 39 unità ulteriori della Polizia di Stato: nuove assegnazioni pari a 24 unità sono programmate per aprile". ma. mar.