Referendum giustizia a Imola, il grande flop dell’affluenza

Anche a Imola partecipazione alle urne bassissima sulle tematiche in materia di Giustizia: ecco i risultati quesito per quesito

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di Francesco Moroni

Il referendum abrogativo sulla Giustizia a Imola vede un risultato in linea con il resto della provincia e del Paese: quello di un’affluenza bassissima. Il dato nel solo Comune di Imola – e non in tutto il Circondario – si ferma al 17,28% (di poco superiore a Bologna, che si attesta al 16,31%, e al dato provinciale, pari al 18,96%). Una partecipazione dei cittadini bassissima che conferma l’andamento generale visto durante l’Election day.

E la solfa non cambia se si guarda ai singoli quesiti: anche qui, in tutti e cinque i casi, i numeri parlano chiaro e non si discostano da quanto visto nel resto d’Italia: il quorum è sembrato soltanto un miraggio.

Per il primo quesito, quello riguardante le disposizioni in materia di incandidabilità e dell’impossibilità di ricoprire cariche elettive o di governo per chi abbia subito sentenze definitive per delitti non colposi, vede i ‘sì’ al 50,56% e i ‘no’ al 49,44%. In tutta la provincia i ‘sì’ sono arrivati al 47,49%, mentre i ‘no’ hanno toccato quota 52,51%. Numeri molto simili.

Stesso discorso per il secondo quesito, in merito alla limitazione delle misure cautelari, le preferenze positive si attestano al 53,19% (50,08% il dato in provincia), mentre quelle negative al 46,81% (contro il 49,92% del territorio metropolitano).

Il terzo quesito, invece, contemplava la possibilità della separazione delle funzioni dei magistrati, e a differenza dei primi due – al di là dell’affluenza – mostra un risultato cristallino: i ‘sì’ sono arrivati al 74,16%, con i ‘no’ fermi al 25,84% (a Bologna e provincia rispettivamente il 70,31% e il 29,69%).

Poi, non da ultimo, gli ultimi due quesiti referendari: il quarto, sulla partecipazione dei membri laici ai consigli giudiziari, e il quinto, sull’elezione dei componenti togati del Consiglio di magistratura. Anche in questi due casi i cittadini alle urne hanno espresse chiaramente le proprie intenzioni: per quanto riguarda la partecipazione dei membri laici, i ‘sì’ sono arrivati al 73,06% e i ‘no’ al 26,94% (a Bologna e provincia, rispettivamente, il 68,77% e il 31,23%); mentre il quesito sui membri del Csm ha visto i pareri positivi al 73,02% e quelli negativi al 26,98%. In tutta la città metropolitana i ‘sì’ sono arrivati 69,20%, con i ‘no’ al 30,80%. I dati dell’affluenza per i singoli quesiti restano alla stessa maniera in linea con quelli dell’affluenza generale, la grande sconfitta di questa tornata elettorale.