MATTIA GRANDI
Cronaca

Ricostruita la prima moto di Fausto Gresini

Pezzo dopo pezzo ventidue amici del campione scomparso hanno rifatto il bolide 50 cc che esordì sul Santerno nel 1978

di Mattia Grandi

Velo alzato e inconfondibile rombo, nella terrazza del museo Checco Costa di un autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola targato Crame, per la fedele riproduzione della Minarelli numero 13 con cui esordì in pista Fausto Gresini. Il punto di avvio di una carriera sfolgorante da pilota nel motomondiale, condita da due titoli iridati nella classe 125, e da quasi un quarto di secolo al timone del Team Gresini Racing. Poi il Covid e una prematura scomparsa, a soli 60 anni, che gli imolesi non hanno ancora metabolizzato.

Tra le tante testimonianze di affetto, in ricordo di un campione dal sorriso contagioso, c’è quella di 22 amici del Club Romagnolo Auto e Moto d’Epoca. Persone vicine al sodalizio presieduto da Umberto Ciompi, noto per l’organizzazione della Mostra Scambio che dal 9 all’11 settembre prossimi materializzerà la sua 44ª edizione, che hanno ricostruito il leggendario mezzo da gara. Partendo da una vecchia foto in bianco e nero. Lo scatto, datato 21 maggio 1978, immortala un giovanissimo Gresini in azione sul tracciato in riva al Santerno nel campionato italiano Junior 50.

I fatti sono più o meno conosciuti. Faustino a 16 anni lavora nell’officina di Osvaldo Guerra sotto lo sguardo vigile del capo meccanico Remo Obici. Il suo sogno nel cassetto sono le competizioni e i datori di lavoro decidono di aiutarlo a patto di vedere il talentuoso fanciullo impegnato nella costruzione in solitaria della sua motocicletta. Stimoli di un’epoca infinitamente più romantica di questa. Un pezzo alla volta, ma con la disponibilità di tanti personaggi dell’allora florido ecosistema imolese ‘de mutor’, il bolide prende forma. Sedicesimo tempo in griglia, primo degli alfieri privati Minarelli, su 54 partenti. Poi il ritiro in gara. Ma è la svolta.

"Il nostro è un omaggio a Fausto oltre che un plauso al lavoro, all’ingegno e all’artigianalità imolese di quegli anni – spiega Ciompi alla guida del Crame –. Il potere dei sogni. Componenti di moto stradali per creare un mezzo da competizione. E pure veloce, una cosa d’altri tempi". Salvaguardare il ricordo delle persone per blindare il patrimonio della nostra memoria storica. "Fausto ha unito gli intenti di 22 persone e fatto riemergere una delle splendide storie di questa terra – continua –. La moto originale è andata perduta, forse venduta a pezzi. Ognuno di noi ha avuto il proprio ruolo nella ricostruzione della Minarelli. Non senza difficoltà. L’idea è nata in pieno lockdown, coi mercatini di ricambistica al palo, ma ci ha tenuto vivi".

Raggiante la famiglia Gresini. "Un momento bellissimo, perché sappiamo bene quanto Fausto tenesse a quella moto e ai ricordi genuini delle origini della sua carriera – sottolinea il figlio Lorenzo, presente con la madre Nadia –. Il Crame insieme ad alcuni amici di babbo hanno rinverdito un pezzo della sua storia. Il tempo non cancella il peso dell’assenza ma l’affetto mitiga il dolore". Poi l’anticipazione: "Stiamo pensando ad un atto notarile per attestare la conformità della moto all’originale – chiosa Ciompi –. Verrà conservata probabilmente nella sede del Crame. Magari utilizzata in qualche rievocazione. E se nel frattempo ritrovassimo quella vera, o qualche suo pezzo?".