Imola, rifiuti: scontro aperto sui costi

Il Comune protesta: "Il piano di Atersir non spiega nulla"

Rifiuti, scontro aperto sui costi

Rifiuti, scontro aperto sui costi

Imola, 20 marzo 2019 - Mentre gli imolesi aspettano di capire quanto dovranno pagare di Tari nel 2019, il Comune prosegue la propria battaglia con Atersir. Sono infatti due le novità contenute nella delibera al vaglio domani della commissione consiliare Bilancio: da un lato, c’è una «presa d’atto con riserva» del Piano economico finanziario del servizio rifiuti urbani, formulato appunto da quell’Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna con la quale la Giunta è in rotta ormai da tempo; e dall’altro l’approvazione dell’articolazione tariffaria della Tari per l’anno in corso.

In soldoni, i costi per il Comune sono pressappoco gli stessi di un anno fa: poco meno di 11 milioni. E dunque gli aumenti, almeno per l’immediato, dovrebbero essere scongiurati. Anche se, tra ricalcolo del gettito e adeguamento delle zone tariffarie, sarà interessante conoscere nel dettaglio la linea della Giunta.

Quest’ultima, nel frattempo, ha sollevato tutta una serie di questioni nei confronti di Atersir, contro la quale nei mesi scorsi è stato già promosso un ricorso al Tar. La prima: il Piano economico finanziario è stato approvato la scorsa settimana «malgrado l’opposizione chiaramente manifestata dai rappresentanti del Comune di Imola» che, come si legge appunto nella delibera che la Giunta porterà in Consiglio comunale il 28 marzo, hanno votato contro quel documento.

Il motivo? Il Pef «presenta – secondo l’ente di piazza Matteotti – tutte le medesime criticità già ripetutamente rappresentate nel corso degli anni passati». In particolare, «non prevede un meccanismo di recupero, ancorché su base pluriennale, delle maggiori somme corrisposte dal Comune di Imola e riversate sulla Tari pagata dai cittadini per il servizio in questione nelle annualità tra il 2013 e il 2016», protestano dalla Giunta.

E ancora, il documento di Atersir «risulta privo di una relazione esplicativa delle singole voci e dei criteri assunti a riferimento per l’elaborazione». In questo modo, sempre secondo l’amministrazione, «il Pef si riduce così a una mera tabella composta di generiche macrovoci di scarso contenuto informativo». Un modo di procedere che – tagliano corto dal Comune – «impedisce una corretta analisi delle singole voci che costituiscono il quadro economico finanziario del servizio di gestione dei rifiuti urbani».

Bene, ma siccome nel frattempo c’è il bilancio da chiudere, ecco che alla fine il Consiglio comunale voterà la prossima settimana una delibera nella quale si prende appunto atto «ai soli fini della approvazione delle tariffe entro i termini di legge», ma «senza alcuna acquiescenza e con ogni riserva di contestazione giudiziale e stragiudiziale», dei dati contabili inerenti al Pef 2019. E si dà disco verde, sempre con le riserve di cui sopra, all’articolazione tariffaria Tari per l’anno in corso. Insomma, la battaglia all’ultimo euro è appena iniziata.