Rigassificatore, Bonaccini attacca Bonelli: "Lo vuole il territorio"

Il candidato del centrosinistra nell’uninominale della Camera: "Infrastruttura oggi non utile". Il presidente taglia corto: "Tra due anni lo faremo a Ravenna". Poi l’ambientalista corregge il tiro

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"La risposta oggi non è il rigassificatore, che verrà fatto nel 2024. Dobbiamo dare una risposta immediata", da un fronte. Dall’altro fronte: "Il rigassificatore di Ravenna sarà pronto tra due anni e ha un ampio consenso sociale, lo vogliono tutti i sindaci. Questo è bene che Bonelli lo sappia". Ancora una volta, il tema energia si è preso le luci della ribalta in piena campagna elettorale. Ed è stato, ieri, un Angelo Bonelli contro tutti. Il candidato nell’uninominale alla Camera per Imola, San Lazzaro e la montagna bolognese, leader nazionale (lui romano) di Europa Verde e naturalmente alleato del Pd, ha preso di petto il tema del rigassificatore previsto a Ravenna e con il suo ulteriore ’no’ ha fatto arrabbiare sia il governatore Stefano Bonaccini, sia il Terzo Polo. La sortita polemica è partita ieri alla presentazione delle liste in Emilia-Romagna da parte di Verdi e Sinistra Italiana.

"Voglio dire a Bonaccini che dobbiamo dare una risposta immediata alla crisi energetica – aveva dichiarato Bonelli –, che è far funzionare le infrastrutture oggi presenti, per esempio i rigassificatori attuali funzionano al 55% in Italia e a questo il governo deve dare una risposta: perché funzionano così?". Bonaccini, chiamato in causa a strettissimo giro a margine di una conferenza in Regione, ha ricordato a Bonelli che "se dici così vuol dire che i rigassificatori in qualche modo servono. Siccome Bonelli è candidato qui in Emilia-Romagna – ha argomentato il governatore –, e noi tutti quanti siamo impegnati a lavorare per farlo eleggere, è bene che aggiunga anche cosa sta facendo l’Emilia-Romagna. Il rigassificatore lo faremo perché lo ha chiesto il governo Draghi nominandomi commissario straordinario e soprattutto perché questa é una terra abituata a fare cose che servono, alle famiglie, ai cittadini e alle imprese".

Insomma, un altro scontro sul tema energia in seno al centrosinistra, anche se Bonelli nel tardo pomeriggio ha ammorbidito la linea: "Ho segnalato solo il fatto che il rigassificatore di Ravenna non darà un apporto immediato all’emergenza che stiamo vivendo a partire da questo inverno. Sono pronto – ha concluso – a ragionare sui numeri e sulle soluzioni insieme al presidente Bonaccini, perché il momento complicatissimo che vive l’Italia richiede responsabilità e innovazione verso la transizione ecologica".

Bonelli però aveva scelto il frontale anche con il Terzo Polo, sempre parlando dalla presentazione delle liste SI-Verdi assieme a Pippo Civati, candidato a Bologna nel proporzionale del Senato e ad Aboubakar Soumaoro (candidato alla Camera a Modena). "Calenda è colui che propone 40 gigawatt di nucleare – aveva attaccato Bonelli –, continua a non rispondere a una domanda, che non deve a me o a noi, ma agli italiani. Dove intende mettere queste centrali nucleari? Vuole fermare gli investimenti sulle rinnovabili e noi una risposta sul perché l’abbiamo: perché sole e vento sono fonti energetiche gratuite su cui si fanno pochi soldi e si fanno pochi extraprofitti". Dura la risposta del Terzo Polo, con il candidato al Senato Marco Lombardo (Azione): "Bonelli dice che in Emilia-Romagna bisogna osare sulla politica energetica e che la risposta non può essere il rigassificatore di Ravenna. Così dicendo, in un colpo solo si mette contro la tassonomia green già approvata dall’Ue e contro la volontà del presidente Stefano Bonaccini – ha scritto su Twitter l’ex assessore, in corsa nell’uninominale di Bologna contro Casini (centrosinistra) e Sgarbi (centrodestra) –. Ok, ora ho capito la strategia. Fatelo parlare ogni giorno e vi siamo grati per tutti i voti".

Paolo Rosato