Imola, 25 aprile 2025 – Nessun inquinamento evidente alle acque, anche l’ecosistema del fiume non sembra essere stato alterato. Il responso contenuto nell’ultimo report emesso ieri dall’Arpat spazza via i timori e le ansie che da metà marzo scorrono nelle acque del Rovigo insieme alle tonnellate di rifiuti seppellite oltre 50 anni fa e riemerse dalla montagna. Un disastro ambientale in uno dei luoghi più belli e incontaminati della Romagna toscana.

A rassicurare ora però arrivano i risultati dei prelievi svolti il 7 aprile, a circa 20 giorni dalla frana provocata dall’alluvione a Palazzuolo sul Senio.
Le analisi si sono concentrate sia a monte che a valle verso il territorio imolese, dove erano visibili nell’alveo del torrente frammenti di vetro e ceramica, brandelli di stoffe e di plastica ma anche materiale di vario tipo derivante dalla raccolta indifferenziata dei rifiuti. L’agenzia regionale ha campionato macroinvertebrati acquatici, una delle specie più sensibili alle alterazioni dei microhabitat.
“La composizione e abbondanza della comunità macrobenthonica rilevata in entrambe le stazioni non si discosta sensibilmente rispetto alla comunità di riferimento attesa”, il responso dell’Arpat che definisce “buono” lo stato ecologico del fiume. “Allo stato attuale, anche dal punto di vista ecologico, non emergono motivi di allarme rispetto a eventuali impatti dovuti alla presenza di rifiuti in alveo”, rassicura Arpat “a ulteriore conferma di quanto emerso dalle analisi chimiche ed ecotossicologiche delle acque del Rovigo”.
Un primo sospiro di sollievo anche se la situazione resta molto delicata. Tanto da richiedere nuove verifiche: “Arpat – si legge nel report –, ripeterà il monitoraggio nel primo periodo estivo, per cogliere eventuali differenze legate alla stagionalità o alla permanenza dei rifiuti in alveo”. Intanto, dopo le forti piogge dell’ultima settimana che di fatto avevano bloccato la bonifica, sono ripartire le operazioni per rimuovere i rifiuti. “Il lavoro andrà avanti con grande determinazione e celerità – garantisce Marco Bottino, sindaco di Palazzuolo sul Senio –. Il Consorzio di bonifica sta aprendo due strade d’accesso per facilitare il recupero dei rifiuti anche nelle zone più impervie”.
Nel fine settimana poi, nella zona di Firenzuola, entrerà di nuovo in azione la colonna mobile della Protezione civile con volontari pronti a raccogliere a mano gli scarti che hanno invaso il Rovigo: “Così verranno alleggerite le reti che al momento sono piene di rifiuti – spiega Bottino –. Saranno anche rinforzate le reti paramassi e installate nuove reti per evitare che durante le piene venga tutto spazzato via”.
Nei giorni scorsi il caso è finito anche sotto la lente della commissione d’inchiesta parlamentare ecomafie che si occupa di attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti. “Dopo il sopralluogo che ci ha permesso di acquisire documenti – spiega l’onorevole Jacopo Morrone, presidente della commissione – proprio ieri (mercoledì, ndr) ho sottoposto la questione al generale Giuseppe Vadalà, commissario unico per la bonifica delle discariche e dei siti contaminati. Ha detto che si attiverà per le necessarie verifiche”.