Ripartenza complessa senza coesione

Marco

Signorini

Cittadini e imprese, invece, chiedono coesione e, in cuor loro, sperano che il diluvio caduto su queste amate terre possa rappresentare l’occasione per porre definitivamente fine a rancori che si trascinano da decenni.

Il centrosinistra non deve cadere nell’errore di voler difendere a tutti i costi il ’fortino’ in cui, attualmente, sembra arroccato mentre il centrodestra, innegabilmente in fase espansiva, non deve cadere nella tentazione di pensare già al voto del 2025. La sensazione è che alla fine ci rimetterebbero entrambi. Il risultato di eventuali litigi, infatti, sarebbe un’ulteriore perdita di fiducia dei cittadini nei confronti della politica che rischierebbe di portare l’astensionismo a livelli record.

Gli emiliano-romagnoli, infatti, sono gente concreta e ai loro interlocutori chiedono una cosa semplicissima: i fatti.

Insomma, è giunto il momento di dimenticare i fantasmi del passato e di lavorare assieme per dotare il territorio di infrastrutture in grado di scongiurare altre tragedie come quelle che abbiamo vissuto a maggio perché, altrimenti, gli sforzi fatti non servirebbero a nulla. Il sisma del 2012 ci ha ’insegnato’ quanto sia fondamentale costruire nuovi edifici in grado di resistere alle scosse o adeguare quelli esistenti secondo le normative più attuali. La doppia alluvione di maggio, invece, ci ha confermato ancora una volta quanto sia idrogeologicamente fragile il nostro territorio e quanto siano necessarie infrastrutture per arginare la furia di fiumi e torrenti, ma anche per non sprecare l’acqua che ci viene data – purtroppo spesso rara o in quantitativi estremi – dalla natura. Questa è l’unica strada da seguire, altrimenti, i prossimi anni, continueremo a parlare di siccità e alluvioni senza aver fatto nulla se non l’ennesima tragica conta dei danni. E sarebbe una sconfitta per tutti.