‘Rivolta Gaya’ in corteo "Difendiamo i nostri diritti"

Sabato 9 luglio in centro la quinta edizione dell’evento arcobaleno

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Si annuncia come al solito chiassoso e colorato il corteo di ‘Rivolta Gaya - Imola Pride’, che sabato 9 luglio alle 17 vivrà la sua quinta edizione. La partenza è confermata in piazzale Marabini, davanti alla stazione ferroviaria, per un evento che, nelle parole degli organizzatori, sarà "favoloso e al tempo stesso determinato" nella sua lotta "contro ogni discriminazione, per il pieno riconoscimento dei diritti LGBTQ+".

Non si conoscono ancora i dettagli relativi al percorso della manifestazione che ormai da un lustro, grazie a oltre un centinaio di partecipanti, anima a inizio estate la zona centrale della città tra striscioni, bandiere e musica arrivando (di solito) fino al piazzale della Rocca sforzesca.

"Lo scorso anno siamo scese in piazza per chiedere l’approvazione del Ddl Zan ma anche tutto quello che il disegno di legge non prevedeva (#moltopiùdiZan) – è il messaggio che accompagna l’annuncio della manifestazione –. A distanza di un anno, dopo che di fatto il Ddl è stato affossato, siamo di nuovo qui". Sempre nelle parole dei promotori di ‘Rivolta Gaya’, l’evento nasce per "rivendicare il nostro diritto di esistere in quanto donne, lesbiche, bisessuali, persone trans, omosessuali, pansessuali, asessuali, soggettività non-binary. Ma non ci basta più – avvertono – dire che noi esistiamo: noi adesso vogliamo prenderci tutto quello che ci spetta. Siamo stanche e arrabbiate per le discriminazioni che dobbiamo subire perché non siamo uomini, bianchi, etero, cis e abili".

La lista delle rivendicazioni è presto fatta: "Vogliamo passeggiare in solitudine in un parco di giorno o per strada di notte, senza provare angoscia, ansia, voltarci continuamente per paura di essere aggredite o molestate, magari perché passeggiamo con la nostra compagna". E ancora: "Vogliamo provare attrazione per una o più persone e dichiarare i nostri sentimenti senza provare vergogna o timore di essere giudicat* perché non rispettiamo gli standard normativi eterosessuali".

La richiesta è, in definitiva, quella di poter contare sul "pieno riconoscimento dei nostri diritti sociali" e sulla possibilità, anche per le coppie gay, di ricorrere all’adozione. "La pandemia ha accentuato la nostra solitudine, il nostro isolamento – è la parte conclusiva del messaggio di Rivolta Gaya Imola Pride –. Ma oggi siamo insieme ed è arrivato il momento di prenderci tutto, dalla periferia alla città, un unico grido: non siamo più sol?!".